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Sindaci, amministratori e cittadini uniti per protestare contro l’assalto di pale eoliche e pannelli fotovoltaici: imponente manifestazione a Nepolis per dire no ai progetti presentati e che interessano soprattutto la piana ai piedi del Monte Arcuentu, che dall’abitato di Guspini conduce alla laguna di San Giovanni/Marceddì. “Un importante paesaggio rurale che ospita eccellenze di produzione zootecnica e ittica, numerosi siti archeologici di epoca protosarda, nuragica e punico-romana e delicati equilibri ecologici che verrebbe trasformato in un paesaggio prettamente industriale, in mano a poche società d’investimento, che andrebbero ad inibire gli sviluppi sostenibili ed endogeni dello stesso”: questa è la premessa esposta dal neo movimento anti-speculazione energetica Arraju, promotore dell’evento che si è tenuto ieri.
“Insieme ai sindaci dell’Unione del Linas e del Terralbese e con una rappresentanza istituzionale della Marmilla, con i consiglieri del Comune di Villacidro e degli altri comuni, abbiamo partecipato alla manifestazione contro ogni forma di speculazione energetica nei nostri territori. L’evento, promosso dai comitati che lottano per contrastare questo vero e proprio assalto, è stato un importante momento di unione e protesta. Come sindaco – spiega Federico Sollai – sono in prima linea per la difesa dei nostri territori, per preservare il nostro paesaggio, la nostra storia, la nostra cultura e le nostre tradizioni. Continueremo a fare la nostra parte e a rafforzare il grido che proviene dalle nostre comunità affinché i territori tornino a decidere sul proprio sviluppo futuro.
Siamo favorevoli alla transizione ecologica ed energetica, ma deve essere sostenibile e a beneficio dei cittadini.
Continueremo a restare uniti e a proseguire in questa grande battaglia. Uniti possiamo fare la differenza e garantire un futuro migliore alla Sardegna”. Presenti alla manifestazione anche le magliette gialle del comitato di difesa del territorio no Tyrrhenian Link: “Importante presenza dei Sindaci e amministratori comunali intervenuti per respingere l’invasione di progetti, che se attuati modificheranno irreversibilmente il paesaggio l’ identità dei loro comuni; numerosa partecipazione di molti comitati di difesa del territorio provenienti da tutta l’isola. I sindaci hanno rivendicato il diritto di scelta per i loro comuni e per la Sardegna del modello di sviluppo locale che si basa sulla valorizzazione dei beni identitari e delle ricchezze naturali presenti nel territorio. Hanno posto l’accento sulle difficoltà che le amministrazioni incontrano per far valere le proprie scelte, per opporsi alle prevaricazioni agite da chi vuole speculare ai danni dell’isola”.
Arraju prende le mosse a seguito di un’assemblea pubblica promossa dal Comitato No Megacentrale e da ADES, indetta a pochi giorni dal Decreto “aree idonee” del 30 maggio, dove è stata allertata la cittadinanza sull’elevato numero di richieste di allaccio alla sottostazione elettrica di Guspini per la realizzazione di impianti agrovoltaici. “I 15 progetti attualmente presentati avrebbero una potenza di picco di oltre 700 MWp (l’11,3% dei 6,2 GW di produzione minima “assegnati” alla Sardegna ) e occuperebbero un’area di 1.200 ETTARI lordi” spiega il movimento. “Gli ettari ricoperti da pannelli sarebbero “solo” 360, ma bisogna tenere a mente che la superficie lorda non sarebbe comunque indenne, poiché trasformata da sottostazioni, movimenti terra, accumuli, cablaggi, recinzioni, illuminazione, videosorveglianza”.
Una battaglia che non si ferma, quindi, quella per la difesa del territorio sardo.