Simone, 35 anni, di Capoterra: si reinventa il lavoro da calzolaio

Il personaggio del giorno di Cagliari Online è Simone Pilloni, 35 anni, di Capoterra: perde più volte il lavoro, era disperato. Poi il nonno gli chiede: che ne dici se ti insegno il mestiere di calzolaio? E lui ritrova l’entusiasmo di un bambino con la bottega nata dal cuore della sua famiglia


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Perdere il lavoro, rimboccarsi le maniche e ricominciare. A questo deve aver pensato Simone Pilloni, calzolaio trentacinquenne di Capoterra, di pure origini sanluresi. Dopo il diploma da Geometra, sulle orme del padre Ruggero, ha intrapreso la carriera di venditore per conto di un noto mobilificio Cagliaritano. L’avvento della crisi economica però, ha stravolto i piani di Simone. Le certezza trasformate in incertezze, la passione per il lavoro mutata in malcontento, l’illusione di una vita ricca di soddisfazioni grazie ad un impiego fino a quel momento redditizio, ridotta a misera delusione.

LA SCELTA CORAGGIOSA. Si sa, dietro l’angolo può esserci solo il baratro, ma lui, tenace e determinato come sempre, non ha voluto cedere il passo ad una situazione che avrebbe potuto portarlo lontano dai suoi cari, lontano da questa isola, come accaduto e continua ad accadere quotidianamente a migliaia di giovani sardi. Poi l’illuminazione, la svolta. “Tutto è iniziato quando  mi sono ritrovato disoccupato” racconta Pilloni, “lavoravo come venditore in un negozio di mobili a Cagliari e nonostante la delusione pensavo di continuare nello stesso settore, seppure la crisi si faceva sentire; così pensai di mettermi in proprio, tentare la via della partita iva e vendere mobili ai privati”.

Una scelta coraggiosa, certo, che avrebbe potuto dare soddisfazioni a Simone, ma qualcosa in lui gli diceva che questa non fosse la soluzione ideale, la migliore possibile, insomma, ancora non era chiaro cosa volesse fare da grande, o forse si. “Un giorno mio zio, calzolaio da 40 anni e in pensione da circa 10 mi disse: che ne pensi se ti insegno il mio mestiere? Non ci ho pensato due volte, ho accettato con l’entusiasmo di un bambino, si è trattato della classica cosa giusta al momento giusto”. Da quel giorno, non senza qualche comprensibile difficoltà iniziale, la vita, non solo lavorativa, di Simone è cambiata  decisamente in meglio. “Sentivo che stavo facendo la scelta giusta, che quello fosse il mestiere adatto a me, con un valore sociologico non indifferente;  la crisi economica infatti stava portando a rivalorizzare questi antichi mestieri, mi dissi: questa è una missione a tutti gli effetti”. Simone ora si sente realizzato da un punto di vista privato e professionale, ma non è certo tipo che si adagia “sugli allori”, e infatti ci lascia con un messaggio che suona quasi come una promessa: “ho in cantiere un progetto che dovrebbe partire l’anno prossimo, tutto ruoterà attorno a questa bellissima professione, ma si tratterà di qualcosa di più ampio, che andrà oltre e che guarderà al futuro, tenendo sempre ben saldo il presente ma soprattutto il passato”.


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