di Paolo Rapeanu
Cani e mare, binomio che crea dibattito, anche acceso. I Comuni sardi si stanno pian piano dotando di aree dedicate ai quattrozampe, che possono quindi correre e rilassarsi sulla sabbia. Ma non sono aperte tutto l’anno. E tanti padroni portano il proprio “migliore amico” a fare una sgambettata nelle aree “vietate”. Non è sicuramente il caso di Silvia Nieddu: cinquantotto anni, casalinga di Quartu, ha una bastardina di sette anni, Enya. Giocherellona e dolcissima, la cagnetta non viene però portata al mare. “Non la porto mai per scelta, ci sono troppi maleducati. Bambini che urlano e che schizzano chi sta entrando in acqua, anche gli adulti sono, per la maggior parte, cafoni. La mia Enya si spaventerebbe troppo”.
E, anche se Silvia tiene Enya ben distante da sabbia e acqua salata, ci tiene a dire la sua sulla questione dei cani in spiaggia: “Dovrebbe essere permesso, con delle regole da far rispettare, tipo tenerlo al guinzaglio. E ricordo che da bambina, i miei genitori portavano il cane al mare. Cane che, fattasi una buca nella sabbia al fresco ci rimaneva tutta la mattina. Nessuno aveva da dire”.