di Roby Collu
Sono ormai parecchie le nutrie (nella foto di Valentina Porcu) che hanno invaso il territorio di Siliqua, in prossimità delle aree umide, nei fiumi e negli stagni. Negli anni ’90, dopo il fallimento degli allevamenti erano state liberate, da chi (forse) pensava di fare grandi affari dalla loro pelliccia. Prima in America, poi in Italia, il roditore è approdato anche in Sardegna, con l’illusione di facili guadagni per la sua pelliccia. Nell’Isola, però, il business, non ha avuto successo, per cui, gli allevamenti sardi nella zona della Trexenta, avevano chiuso i battenti. Le nutrie furono così liberate. Gli animali si sono poi riprodotti con una certa rapidità. Per due volte all’anno, generano dai due ai quattro cuccioli. Per cui, nel tempo la specie si è moltiplicata, invadendo l’ambiente isolano, senza avere neppure antagonisti. Tra l’altro, anche a Siliqua, in prossimità dei corsi d’acqua del Cixerri e del rio Forrus, non è raro osservarle mentre brucano sulle sponde dei canali. «Ogni giorno, verso l’ora di pranzo», dice Valentina Porcu, «si aggira una nutria in un campo erboso vicino a casa, nei pressi di via Cixerri. Penso abbia la tana lungo il fiume. L’altro giorno, sono riuscita a scattare alcune foto, mentre girovagava a poche decine di metri dall’abitato». La nutria è un mammifero vegetariano, in genere predilige alghe e varietà erbivore delle zone in prossimità di laghi e fiumi, ma si nutre anche di prodotti ortofrutticoli, inoltre può diventare un animale aggressivo e pericoloso. Per la cronaca, qualche anno fa un giovane di Siliqua, Maurizio Pinna, era stato morso al polso da una nutria ed era poi finito al pronto soccorso per le profonde ferite riportate. Era stata così necessaria l’antitetanica e una lunga terapia antibiotica. Prima che la situazione diventi insostenibile, visto che questi animali potrebbero arrecare ingenti danni all’agricoltura e ai corsi d’acqua, sarebbe opportuno un intervento mirato da chi di dovere, per porre rimedio alla crescita abnorme di questi “castorini” roditori, che ormai hanno invaso diverse zone dell’Isola.