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DAL FONDO del lago riaffiorano i resti di un centro abitato con parti di tegole, mattoni di terracotta, pezzi di anfore e di strade. Accade a Siliqua a breve distanza dalla città militare abbandonata di San Giovanni dove un gruppo di speleologi ed escursionisti hanno vissuto un entusiasmante avvistamento. Anche perché le strade romane individuate a Siliqua sono due, e come tali importantissime, vecchie di duemila anni e forse più.
IL RITROVAMENTO è avvenuto nell’agro di Siliqua, nell’invaso artificiale del Cixerri dove questa domenica le associazioni Sardegna Sotterranea e Antarias, dopo aver visitato la città militare abbandonata di San Giovanni, si sono portate sulle sponde del lago Cixerri.
Qui il ridotto apporto del fiume ha notevolmente abbassato, in quest’ultimo mese dell’anno, il livello del lago. Una relazione verrà inoltrata alle amministrazioni comunali e alle Soprintendenze per auspicare la tutela di questi beni e riconoscerli come tali.
Si tratta infatti di un doppio avvistamento importante perché la prima strada riaffiorò nel 2011 ed allora era stata definita dagli esperti l’antica “a Karalis Sulcos” che da Cagliari portava – in epoca romana – alle miniere di Iglesias ed alla leggendaria città di Metalla.
La medesima strada conduceva anche all’antico centro romano di Valeria, l’antesignana di Decimomannu per favorire il passaggio dei carri carichi di merci e materie prime.
LA SECONDA STRADA emersa nel fondo del lago è misteriosa eppure identica alla prima, con grandi massi ai lati ed un riempimento di ciottoli di fiume e pietre calcaree (assenti in zona).
La strada, composta da una massicciata alta 30 centimetri, con ghiaia di medie dimensioni e ciottoli (glareata) sembrerebbe orientata in direzione di Uta-Assemini.
Sarà la strada che conduceva a Porto Scipione, l’antico Porto dei romani che invarcavano merci e minerali dallo stagno di Santa Gilla? Nel dubbio gli studiosi di Sardegna Sotterranea e di Antarias hanno pubblicato le immagini e un video a disposizione degli esperti.
“Per offrire alla collettività – conclude Marcello Polastri – più immagini della nostra storia e della nostra cultura che, diversamente, rimarrebbe patrimonio di pochi o celato nel fondo del lago Cixerri“.
Potrebbe anche trattarsi, nel caso della strada più lunga, della via extraurbana appena ipotizzata mentre, nel caso della seconda strada che però va ad immergersi nel lago, della via di penetrazione ad un centro abitato di epoca romana che il lago, appunto, ancora sommerge.