“Sfruttato e non pagato nell’autoricambi: addio Cagliari, vado via”

Non solo pub e ristoranti, la storia di un ragazzo di 23 anni di Iglesias che ha lavorato in un’azienda di autoricambi a Cagliari senza nessuna sicurezza e per pochi euro al mese: “Ora cerco lavoro in Irlanda, lontano dalla famiglia”


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Sfruttato con turni massacranti, per pochi soldi e senza sicurezza sul lavoro. La denuncia arriva da un 23enne di Iglesias, dipendente alcuni mesi fa in un’azienda di autoricambi e autodemolizioni a Cagliari insieme all’amico coetaneo. Entrambi, dopo mesi, denunciano la vicenda all’Ispettorato del Lavoro che però archivia il caso per mancanza di prove. “Lavoravamo sei giorni a settimana, tredici ore al giorno, compreso il sabato. Abbiamo consegnato le nostre giornate a queste persone disoneste, e ora ci ritroviamo con un buco di quasi 4 mila euro fra ferie, Tfr, e straordinari. Il frutto del lavoro di due ragazzi che sono dovuti partire dalla propria terra  per tentare la fortuna all’estero. Pian piano la Sardegna si sta svuotando per colpa della mala politica, del mal governo, ma anche a causa di persone disoneste che fanno perdere la voglia di fare ai giovani costretti ad emigrare per potersi costruire un futuro”.

La storia. “Io e il mio amico – spiega il 23enne di Iglesias – veniamo reclutati da un’azienda di autoricambi e demolizioni di Cagliari. Il nostro lavoro doveva consistere nel catalogare i ricambi in magazzino per poi, successivamente, metterli in vendita nei vari canali online. Ma in realtà abbiamo iniziato la nostra prima giornata di lavoro a sistemare un magazzino enorme, con migliaia di ricambi da pulire con solventi acidi: tutto questo a mani nude, senza nessuna cappa di aspirazione o maschera protettiva. Oltretutto all’interno del magazzino non c’era un estintore, non esistevano cartelli per eventuali vie di fuga, niente di sicuro insomma. Finisce il primo mese e qua arriva il bello: ci viene detto di ritirare e firmare la busta paga. Centocinquanta euro in tutto, dal giorno non abbiamo più visto un euro. Io vengo trasferito a Cagliari, dove inizio a fare turni devastanti di quasi 14 ore, mentre il mio amico rimane ad Iglesias. Andiamo avanti per alcune settimane, fino a che non prendiamo la decisione, ormai al limite dello stress fisico e psicologico, di andar via. Ci rivolgiamo all’ispettorato del Lavoro di Cagliari, dove esponiamo la nostra situazione lavorativa e apriamo, così, un fascicolo. Paradossalmente, dopo una  anno la nostra causa è stata archiviata per mancanza di prove. Ora mi ritrovo in Irlanda, lontano dalla mia famiglia e dalla fidanzata in cerca di un lavoro serio che mi possa permettere di costruire un futuro dignitoso, cosa che non mi è stato possibile fare nella mia terra”.


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