Sestu, l’odissea di mamme e papà: “Un anno aspettando le camerette dei nostri bambini”

Crack della società che gestiva un punto vendita di arredamenti per bambini nell’hinterland cagliaritano. I clienti hanno pagato (chi in tutto e chi in parte) ma la merce non è mai arrivata. “I Carabinieri ci hanno detto che la società è fallita e che loro non possono fare nulla”. L’ultima mail della speranza: “Tutto in arrivo entro il 30 aprile”


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Scegli la cameretta per i tuoi figli con misure e colori giusti. Poi paghi (tutto o in parte) ma gli arredi non arrivano. Giorni, settimane, mesi e un anno di illusioni, preoccupazioni e disagi. E quando ti rivolgi ai carabinieri e si sente anche dire che “purtroppo la società è fallita. Noi non possiamo fare nulla. Non c’è nulla di illegale”. Un incubo. Vissuto da alcune famiglie dell’hinterland cagliaritano che ora, anche se un’ultima mail parla di consegna al 30 aprile prossimo, alla cameretta non ci credono più. E gridano all’ingiustizia. Minacciando di rivolgersi ad avvocati e a procedere con esposti. Eventualmente sarà il giudice poi a stabilire chi ha ragione. Ma intanto la tensione sale.

Sono le famiglie che lo scorso anno si sono rivolte al punto vendita di Mondo Camerette a Sestu, hanno speso di tasca e sono ancora in attesa degli arredi per i bimbi. Parentesi: va sottolineato che la società Mondo Camerette con la vicenda non c’entra nulla, perché era soltanto in rapporto di franchising (fino al luglio 2018) con la Alba Design (fallita nel gennaio scorso): la società che gestiva il punto vendita nell’hinterland cagliaritano e che si è accordata coi clienti.

La vicenda di P. Fiori. Papà e mamme sono infuriati. Tra loro P. Fiori che fornisce la propria versione dell’assurda vicenda. Il 25 aprile 2018 stipula con la Alba Design un contratto di compravendita per una cameretta “New Silver” (2 mila e 340 euro). Il giorno dopo versa 800 euro di caparra e attende la consegna per il 25 giugno (l’ordine poi slittò al 2 luglio).

Il 27 giugno la Fiori racconta di essere stata contattata telefonicamente da una dipendente della società che sollecitava il pagamento del saldo (pari a mille e 540 euro), poiché la cameretta ordinata era pronta e sarebbe stata consegnata il 16 luglio. Un secondo sollecito sempre via telefono il 4 luglio. E il giorno successivo la Fiori paga, ma gli arredi non arrivano.

E il 24 luglio, oltre 8 giorni la data indicata per la consegna, il marito della donna contattò telefonicamente la società e si sentì rispondere che l’ordine sarebbe stato posticipato a settembre, con data da accertare. La situazione si complica e l’uomo a quel punto chiede, inutilmente, l’integrale restituzione delle somme versate.

Il 7 agosto, P. Fiori e il marito, inviano una diffida alla società per sollecitare la consegna della cameretta (pagata oramai da un mese) e il giorno successivo i due si recano fisicamente presso il punto vendita. La donna racconta che l’amministratore unico della società parlò di ritardi e rallentamenti nella consegna, per poi ammettere di “essere usciti dal franchising” e propose poi di cambiare totalmente la cameretta (che però, sarebbe stata prodotta e composta da un mobilificio diverso da quello scelto inizialmente dalla acquirente e che non eseguiva delle lavorazioni e dei decori particolari scelti dalla Fiori). In alternativa, li invitava a scegliere una delle camerette presenti in esposizione nel punto vendita (che mal conciliavano con le misurazioni dell’abitazione dei coniugi).

Mondo Camerette via da Sestu. Il 31 agosto è un legale dei due coniugi che si rivolge alla Alba Design e alla casa madre Mondo Camerette per chiedere consegna e montaggio della cameretta entro 7 giorni.

Alla diffida rispondeva solo la casa madre Mondo Camerette che lapidariamente (e tramite il proprio legale) scrive: “da una verifica eseguita sul nominativo della sua cliente le confermo che il punto vendita di Sestu (Ca), di cui era titolare la Alba Design srls, mai ha inoltrato il relativo ordine   alla   rete   vendita   gestita   dalla   mia   cliente.   Il   rapporto   di franchising   si   è,   peraltro,   interrotto   a   luglio   scorso”.

La situazione dunque sembra precipitare. La cameretta non risulta mai ordinata alla Casa Madre e Mondo Camerette annuncia inoltre di aver rotto a luglio il contratto con la Alba Design. Il punto vendita di Sestu non si chiamerà più Mondo Camerette, ma prende poi il nome di “Parco delle camerette”, gestito una nuova società: non più la Alba Design, ma la G.S.M. Arredamenti (nata il 10 settembre scorso e formalmente estranea alla vicenda) che ha la stessa ragione sociale e la stessa sede della precedente e i cui rappresentanti legali sono la sorella e il cognato della precedente titolare (come emerge dalle carte del fallimento della Alba Design).

La cameretta intanto dopo l’estate non arriva. Un’ulteriore richiesta di restituzione di tutte le somme pagate parte il 3 ottobre. P. Fiori acquista poi una cameretta d’emergenza il 19 novembre ma si prepara alla battaglia legale.

Gli altri casi. Vicende analoghe a quella della Fiori sono state raccontate anche da A. P. di Serramanna (“cameretta ordinata a maggio e mai vista”) da Lorena Licari di Iglesias che racconta di aver “dormito per mesi con mia figlia nel letto aspettando la cameretta ordinata a fine febbraio scorso e mai arrivata. Una cosa vergognosa” e da Sara Picci di Quartu in attesa dell’ordine dal luglio scorso.

Il fallimento. Nel gennaio 2019 intanto la Alba Design fallisce (sentenza del tribunale fallimentare giudici Tamponi, Bernardino e Caschili pubblicata l’8 gennaio scorso che accerta un’esposizione debitoria nel bilancio al 31 dicembre 2017 di oltre 540 mila euro).

Nuova scadenza e scintille su Facebook. Speranza svanite? Non del tutto. Nell’ultima mail mandata dalla ditta c’è un’ulteriore scadenza: “Gentile cliente la informiamo che le merci da voi ordinate verranno consegnate entro il 30 aprile 2019, verrete pertanto contattati una settimana prima della consegna”.

La mail è arrivata ai clienti in attesa delle camerette che non hanno mandato diffide legali. Ma sarebbero almeno una quindicina, stando alle testimoni, le persone che si sentono vittime di vicende analoghe e che si sono ritrovate su facebook per chiedere pubblicamente spiegazioni. Ma le accuse sui social non sono passate inosservate agli occhi della società che nella stessa mail ha aggiunto: “Al fine di mantenere le nostre promesse vi chiediamo di non scrivere cose di cattivo gusto sui social che potrebbero peggiorare di gran lunga la situazione”.

E infine: “Siamo sicuri di aver dimostrato tutto il nostro impegno nel voler risolvere un problema che poteva essere archiviato in maniera differente, lasciato nelle mani di una società ormai fallita, noi vi chiediamo di avere ancora un ultimo sforzo, certi di potervi accontentare tutti. Certi nella vostra comprensione. La direzione”.


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