Una Cagliari notturna che dà segni di spegnimento, tra locali che chiudono e meno persone che escono la sera. “La crisi è tangibile – spiega Fabrizio Merella che da anni gestisce il locale di Cala Fighera, a Calamosca – Chi guadagna uno stipendio medio non può permettersi una vita notturna tutta la settimana. E poi c’è la realtà dei cantieri in diverse zone della città: un grande impegno e coraggio da parte di questa amministrazione che però ha creato disagi. Dopo il grande restyling servirà rilanciare l’immagine della città con un piano concordato tra Comune, operatori commerciali e Regione: solo così la città sarà appetibile e potrà diventare una meta turistica del Mediterraneo”.
Una crisi allarmante ma anche le esigenze che cambiano. “Prima si sceglieva un locale in base alla qualità offerta – continua Merella – senza essere guidati dagli organizzatori, ora la clientela è meno attenta”. E troppi costi di gestione. “Tra tasse in media spendo circa 12 mila euro all’anno – aggiunge Merella – senza contare gli stipendi dei dipendenti. Serve maggiore attenzione da parte dell’amministrazione verso una fascia commerciale tra le più importanti, ma anche meno invidia: Cagliari è diventata la città degli orticelli, dove spesso si trascurano gli interessi degli altri”. Un commento anche sul rumore e la movida alla Marina: “deve prevalere il buon senso da parte di tutti, il quartiere deve offrire servizi ma senza trasformarsi nel quartiere delle discoteche improvvisate”