Al porto di Cagliari tutto – o quasi – tace: i giorni scorrono veloci e la data del primo maggio si avvicina. Settecento lavoratori del Porto Canale sono a rischio licenziamento, tra loro c’è anche Serafino Olianas, 47enne di Quartu Sant’Elena: “Faccio questo lavoro da diciannove anni, la situazione è critica e spero che si riesca a trovare una soluzione per rimettere a galla il porto. Guadagano 1600 euro al mese, vivo da solo, ho pure il muto della casa da pagare, 474 euro al mese. Se finissi in cassa integrazione o in mobilità sarebbe davvero tosta. Non posso fare lavoretti a tempo determinato perché il guadagno non è un granchè”, afferma Olianas. “Sono pronto a fuggire dalla Sardegna, anche all’estero, tanto non sono sposato e non ho figli. Ma qui ho mia mamma e mia sorella”.
Quando Salvini è venuto alla Fiera di Cagliari, Serafino Olianas ha avuto modo di scambiare qualche battuta con lui: “Gli ho regalato il mio giubbotto da lavoratore portuale, chiedendogli di trovare una soluzione. Lui mi ha risposto che farà di tutto per aiutarci”.