Selargius in lacrime ricorda Andrea Tiepido: “Ciao campione, il tuo sorriso rimarrà per sempre”

Folla di selargini nel parco lineare per il murale dedicato al 18enne morto nello schianto di via delle Azalee. Lo zio Fabio: “Il suo sogno era diventare un cantante trap. Grazie a chi ha donato soldi per realizzare l’opera, inclusi i boxisti del mercato cagliaritano di San Benedetto”. GUARDATE la VIDEO INTERVISTA ESCLUSIVA


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La ferita, a poco più di due mesi di distanza, è ancora apertissima. E difficilmente si richiuderà: Andrea Tiepido, il diciottenne morto nell’incidente tra due auto avvenuto in via delle Azalee lo scorso luglio – il giovane era a bordo di una Smart guidata da un 43enne , l’auto si è scontrata con una Fiat Panda con al volante un 53enne: entrambi sono indagati – “rivive” per sempre nel murale, realizzato dall’artista asseminese Davide Pils grazie alla raccolta fondi partita sui social e che, pian piano, si è estesa nel “reale”, arrivando a coinvolgere anche i boxisti del mercato civico cagliaritano di San Benedetto. Lì, tra le aiuole e i giochi dell’area “green” selargina, il sorriso di Andrea Tiepido risplende con, accanto, una frase estratta da una delle tante canzoni che il giovane aveva composto. Dopo il “Padre nostro” recitato da don Ireneo Schirru, c’è spazio solo per la commozione. Il padre di Andrea è ancora strettissimo del dolore, e preferisce non parlare. Tutti i presenti non hanno fatto mancare una parola di conforto e un abbraccio nei confronti di quel padre stimatissimo e conosciutissimo in tutta Selargius. Tra la folla presenti anche il sindaco Gigi Concu e alcuni assessori.

È lo zio di Andrea Tiepido, Fabio – 41 anni – a voler spendere più di una parola in ricordo di quel nipote “sempre sorridente” che non c’è più: “Ringrazio davvero di cuore tutti quelli che hanno donato qualcosa per permettere la realizzazione di questo murale. Andrea era sempre felice e sorridente, non ai arrabbiava mai”. Nessun commento, “oggi non è il caso” sulle indagini legate al tragico schianto. C’è solo lo spazio per la tanta tristezza e incredulità per quel ragazzo “che voleva diventare cantante. Il suo genere preferito”, ricorda zio Fabio, “era la trap”.