I sintomi sono tutti chiari, ormai da quattro anni. Un bambino di Selargius, seguito regolarmente dalla Diabetologia Pediatrica del Microcitemico di Cagliari, con una familiarità riscontrata col diabete del 99%, però, non ha i sensori flash gratuiti previsti dalla Regione. Il movito? Non è, ancora, ufficialmente riconosciuto come diabetico. Questione di pochi mesi o di qualche anno e anche il suo nome entrerà negli elenchi ufficiali. Intanto, però, il padre e la madre, lui 38enne e lei 33enne, entrambi operai, sono costretti a sobbarcarsi tutte le spese, incluse quelle per acquistare almeno due sensori al mese: “Solo quelli ci costano 60 euro l’uno, non navighiamo certo nell’oro. Il 7 ottobre 2019 nostro figlio ha iniziato a stare male. A seguito di un controllo glicemico abbiamo riscontrato una glicemia pari a 30mg/dl e da quel momento è stato preso in caric al Microcitemico. Soffre di ipoglicemie ricorrenti, alcune di queste anche gravi e non avvertite perché troppo piccolo di età per riconoscerne la sintomatologia, picchi di iper glicemia con discesa rapida in quanto il pancreas, che funziona male, compensa immettendo più insulina del dovuto. È ormai da quasi 4 anni che effettua analisi periodiche come un diabetico e necessita di sensori glicemici per essere tenuto sotto controllo costante”, affermano, all’unisono, il padre e la madre del piccolo.
“Lui, al momento, non pratica insulina e nonostante i valori ematochimici riscontrati da quasi 4 anni nei prelievi, si è notato che ci sono cambiamenti sostanziali che portano alla patologia diabetica ma a lui non gli può essere comunque riconosciuta una esenzione per patologia perchè la delibera non lo prevede”. E allora, per monitorare la situazione, tra sensori flash, medicine e visite ogni mese partono non meno di 150 euro”. La coppia è in difficoltà economica: “Ma stiamo provvedendo ad acquistare tutto ciò di cui il bimbo necessita, materiale e visite mediche. Non crediamo sia giusto visti gli esami certificati, che un genitore debba accollarsi tutte le spese sanitarie e credo sia giusto che tutti debbano essere seguiti con uguaglianza e criterio sia insulino-dipendendi che quelli in pre-esordio, dato che in entrambi i casi necessitano di essere monitorati costantemente. Tutta questa situazione ci rattrista in quanto stiamo parlando di bambini, bambini che non sono ancora in grado di interpretare i sintomi che questa malattia comporta. Si parla sempre di prevenzione, la Sardegna è patria per eccellenza del diabete ma, come sempre sembrano solo parole al vento, invece servirebbe ad evitare complicazioni. È assurdo che una delibera non possa essere rivista o cambiata in meglio nei confronti di un bambino che necessita di controlli costanti”.