Scuole sarde allo sbando: “Nessuna risposta dalla politica”

Nuova protesta dei lavoratori del comparto delle scuole in Consiglio regionale, sotto accusa finisce la politica isolana. “La situazione è vergognosa, le scuole sono a rischio funzionamento. La politica sarda faccia valere le proprie ragioni nelle sedi opportune”.  


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Non si ferma la protesta dei lavoratori del comparto delle scuole. Appuntamento sotto il Consiglio regionale per una nuova azione di denuncia. Nel mirino il mondo politico sardo, tacciato di lassismo. “La politica sarda faccia valere le proprie ragioni nelle sedi opportune, impugnando la legge Buona scuola e la finanziaria, chiedendone una deroga. Non è pensabile che quest’ultima metta in condizioni di illegittimita costituzionale le scuole”, spiega Tiziana Sanna, segretaria generale FLC Cigl Cagliari, “la situazione è vergognosa e grave, le scuole sono a rischio di funzionamento”.

Un intervento condiviso anche da Caterina Cocco della segreteria regionale della Cgil. “Abbiamo chiesto che ci sia una sinergia tra la Giunta regionale e il Governo, tenendo conto delle specificità dell’isola. La Sardegna è l’unica regione a non avere impugnato la Finanziaria e domani ne conosceremo i motivi in un incontro con l’assessore all’Istruzione Claudia Firino, a cui speriamo prenda parte anche il presidente Pigliaru”.

Chiedono risposte anche gli insegnanti del comitato “le valigie del 10 agosto”, dove Rossella Piras pone l’accento sulla situazione in cui versano gli insegnanti delle scuole per l’infanzia. “Siamo stati esclusi dalla riforma. Noi siamo docenti pluri-abilitati, abbiamo superato concorsi e maturato anzianità di servizio. Chiediamo che la Regione inserisca anche noi nei piani di potenziamento previsti. Non chiediamo il lavoro sotto casa, per anno abbiamo macinato chilometri all’interno delle nostre province, chiediamo di essere messi nelle condizioni di insegnare nella nostra regione”.  


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