
Anche i lavoratori di Equitalia della Sardegna – circa 320, impiegati
in dieci sedi sparse nel territorio regionale – aderiscono alla prima
giornata di sciopero proclamato per lunedì dalle categorie nazionali
Fisac Cgil, First Cisl, Uilca, Ugl Credito e Fabi. Una delegazione
andrà a Roma per partecipare alla manifestazione nazionale in piazza
S. Maria di Loreto.
La ragioni della protesta sono legate soprattutto all’incertezza sul
futuro degli ottomila dipendenti: in base al decreto del 22 ottobre
scorso, che riorganizza l’attività di Equitalia, svolgeranno la loro
attività dentro l’Agenzia delle Entrate ma senza le garanzie previste
dal codice civile.
“Sulla nostra categoria – denunciano i sindacati – è stato
ingiustamente scaricato il peso dell’impopolarità che l’attività della
riscossione suscita in un Paese in attesa perenne di una riforma
fiscale strutturale che superi le attuali ingiustizie del sistema”.
Tra le rivendicazioni di questa prima giornata di sciopero ci sono il
recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni ferme da sei anni,
la riforma del fondo di previdenza di settore e il riconoscimento
delle professionalità acquisite. Oltre a questo, i sindacati chiedono
che i lavoratori di Equitalia Giustizia restino nel perimetro
dell’Ente pubblico economico Agenzia delle entrate – Riscossione.
“I lavoratori di Equitalia – sottolineano le categorie – hanno sempre
lavorato con serietà, professionalità e correttezza nei confronti dei
contribuenti e, soprattutto, nel pieno rispetto delle leggi varate dal
Parlamento e delle decisioni adottate dai Governi che via via si sono
succeduti”. E’ dunque evidente che “eventuali responsabilità per
scelte aziendali oggi ritenute sbagliate devono essere attribuite ai
vertici aziendali e ai Governi che li hanno scelti e in nessun modo
possono ora ricadere in modo negativo sui lavoratori”.