Scampi e gamberi viola contaminati dalle microplastiche: la ricerca dell’Università di Cagliari

Entrambe le specie raccolte nei mari circostanti la Sardegna mostrano un’elevata contaminazione da microplastiche, prevalentemente composte di polietilene, il principale costituente degli imballaggi e della plastica monouso


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Ogni anno finiscono negli oceani tra i 5 e i 13 milioni di tonnellate di plastica. Una parte importante di questo materiale si trasforma in minuscoli frammenti, chiamati microplastiche, che – presenti in tutti gli oceani del mondo, a tutte le profondità – e possono essere ingerite dagli organismi marini. Gli studi condotti fino ad oggi hanno riguardato soprattutto specie ittiche costiere, mentre le informazioni sulla contaminazione da plastica nei mari profondi sono scarse.

Alessandro Cau, Claudia Dessì, Davide Moccia, Maria Cristina Follesa e Antonio Pusceddu, ricercatori e docenti afferenti al Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università di Cagliari in collaborazione con i ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche hanno documentato la presenza di microplastiche in due specie commerciali di crostacei che vivono in profondità: lo scampo e il gambero viola.

Entrambe le specie raccolte nei mari circostanti la Sardegna mostrano un’elevata contaminazione da microplastiche, prevalentemente composte di polietilene, il principale costituente degli imballaggi e della plastica monouso. Le differenti modalità di nutrizione di queste due specie rendono conto anche della differente distribuzione delle microplastiche nei loro tratti digerenti.

I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista “Environmental Pollution”, rappresentano l’ennesimo monito della ricerca scientifica a perseguire le strategie di sviluppo sostenibile indicate dall’ONU, nel caso specifico l’obiettivo 14, tutelare la vita marina.