“Sardegna zona bianca da 2 settimane, ma Solinas tiene chiuse palestre e piscine”

Protesta di Ciusa, M5S: “Le palestre chiudono nel periodo estivo, ormai alle porte, e i titolari non potranno sfruttare i mesi caldi per ricevere una boccata d’ossigeno come i ristoratori. Che fine ha fatto l’ordinanza promessa”?


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“La Sardegna si trova in zona bianca ormai da due settimane, eppure, permane lo stato di incertezza per quanto riguarda l’apertura delle palestre, delle piscine e delle scuole di danza”, così Michele Ciusa, capogruppo M5S in consiglio regionale attacca il presidente della giunta Solinas. “Il Presidente Solinas ai microfoni di Radio 24, già il 28 febbraio, aveva assicurato una riapertura graduale. Se nel corso della prima settimana di allentamento vedremo indicatori con segno positivo, aveva dichiarato il Governatore, procederemo con la riapertura di palestre, piscine e scuole di danza, fino al ritorno alla tanto agognata nuova normalità.

Finora però non solo nulla è cambiato ma l’argomento è finito nel dimenticatoio. Non possiamo scordare che questi lavoratori, tra i più colpiti dalla crisi economica, non stanno lavorando da più di un anno e i pochi che hanno avuto il coraggio di aprire, attrezzandosi e interpretando al meglio i decreti governativi, stanno aspettando un’ordinanza del Presidente della Regione che stenta ad arrivare.

La Regione sta accumulando un ritardo che dimostra di non tenere inconsiderazione il fatto che questo genere di attività chiude nel periodo estivo, ormai alle porte, e che quindi i titolari delle palestre non potranno sfruttare i mesi caldi per ricevere una boccata d’ossigeno come ad esempio potranno fare i ristoratori. Sei dati epidemiologici confermeranno la zona bianca per la Sardegna anche domani, non si capisce quali siano le motivazioni per le quali il Presidente Solinas continui ad ignorare le legittime richieste dei lavoratori del mondo dello sport e non emani un’ordinanza regionale dedicata, con indicazioni precise per permettere a queste attività di riaprire senza correre rischi di alcun tipo.

Tra l’altro dobbiamo ricordare che nelle palestre lavorano come istruttori tantissimi liberi professionistiche non possono accedere alla cassa integrazione e che non hanno avuto nessun tipo di ristoro”.


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