Sardegna, tirocinanti mascherati da lavoratori: “Ora basta, la Regione intervenga”

“Viste le offerte di lavoro che appaiono nel portale SardegnaLavoro, nei social network e nei vari siti di ricerca ci preme ribadire a chi ricerca personale per bar, chioschi, ristoranti, alberghi e altre attività ricettive che reclutare tirocinanti per la stagione estiva per fare camerieri, lavapiatti, addetti al ricevimento, baristi, banconieri e quant’altro è abusivo. Il tirocinio serve per fare formazione professionale e imparare un mestiere, non per lavorare o sostituire un contratto di lavoro”


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La prima esperienza di approccio al mondo del lavoro per molti giovani sardi è spesso il tirocinio, uno strumento di politica attiva periodicamente incentivato anche dalla Regione Sardegna, che, se di per sé, può essere uno strumento utile, nella realtà dei fatti spesso si dimostra uno strumento atto a legittimare situazioni di sfruttamento del lavoro e utile solo ad abbattere il costo del lavoro per le imprese. “Il tirocinio oggi si palesa come un ricatto vero e proprio in cui siamo chiamati a scegliere tra disoccupazione e lavoro sottopagato: è una situazione che non siamo più disposti ad accettare e per la quale chiediamo degli interventi immediati” dice l’esercito di giovani sardi in questa situazione.

Il Bollettino ADAPT, la rivista online del  centro studi sul lavoro d’Italia, ospita oggi un intervento  sulla battaglia in corso in Sardegna. Mentre nelle altre regione italiane prosegue l’adeguamento delle linee guida in materia di tirocini extracurriculari approvate il 25 marzo dalla conferenza stato regioni- si legge- la regione Sardegna ha un suo testo pronto da tre mesi ma attualmente ancora in attesa dell’approvazione da parte della commissione lavoro e formazione.

La rete dei tirocinanti chiede una distinzione netta tra le tre tipologie di tirocinio: formativi e di orientamento,  inserimento/reinserimento al lavoro e  in favore di disabili, persone svantaggiate e richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, giacché ognuno di essi risponde ad esigenze diverse, una durata massima del tirocinio di 6 mesi; una indennità minima di partecipazione di 800 euro (come nella Regione Lazio);  controlli-filtro sulle offerte di tirocinio, almeno in quelle pubblicate nei canali ufficiali della Regione Sardegna.

“Non è possibile – spiegano – continuare a vedere offerte per attività che non necessitano di formazione o che richiedono pregressa esperienza lavorativa, ciò contrasta con la normativa e sono il primo allarme rispetto a una futura situazione di abuso”. Chiedono anche più controlli da parte dei soggetti promotori e maggiori controlli sui soggetti promotori, “rei troppo spesso di chiudere un occhio rispetto a situazioni di abuso”; maggiori  controlli ispettivi sui luoghi di lavoro che, in caso di accertamento di un abuso, darebbero diritto al tirocinante a vedersi riconosciuta l’applicazione retroattiva di tutti i trattamenti economici e normativi spettanti ai lavoratori che svolgono le sue stesse mansioni.

“Viste le offerte di lavoro che appaiono nel portale SardegnaLavoro, nei social network e nei siti di ricerca lavoro ci preme ribadire a chi ricerca personale per bar, chioschi, ristoranti, alberghi e altre attività ricettive che reclutare tirocinanti per la stagione estiva per fare camerieri, lavapiatti, addetti al ricevimento, baristi, banconieri e quant’altro è abusivo. Il tirocinio serve per fare formazione professionale e imparare un mestiere, non per lavorare o sostituire un contratto di lavoro.
Il tirocinio utilizzato in questa maniera abusiva è sfruttamento oltreché concorrenza sleale”.