Nessun boom turistico per il 31 marzo e primo aprile, gran parte degli alberghi saranno chiusi e, con i prezzi proibitivi degli aerei, sarà un miracolo accogliere qualche migliaio di vacanzieri. Poca roba, il piatto piange e i ristoratori pregano di riempire tutti i posti con la clientela locale. I prezzi, però, in alcuni casi superano quelli del 25 dicembre, con la sola novità della colomba pasquale come dolce Nessun boom turistico in Sardegna, Pasqua cade non bassa ma “bassissima”, domenica 31 marzo. Non è ancora tempo di ferie per gli stranieri, figurarsi per chi vive nel resto della Penisola, abituato ad andare in ferie quasi sempre non prima di giugno o luglio. La maggior parte degli alberghi sono chiusi, sbarrati, o col personale comunque ridotto: le orde di vacanzieri arriveranno non prima di fine aprile, per poi aumentare mese dopo mese sino al picco, già previsto, di agosto. E chi lavora in un settore spesso unito a quello turistico, cioè nella ristorazione, in questo 2024 può solo sperare sulle prenotazioni di sardi. Ristoranti e agriturismi propongono il pranzo di Pasqua e quello di Pasquetta, scegliendo quasi sempre di restare aperti anche il lunedì dell’Angelo, salvo rare eccezioni.
Ma sono i menù, intesi come prezzo finale, a far capire che ci siano stati ulteriori rincari: impossibile sedersi a tavola e sperare di spendere meno di cinquanta euro a testa, ci sono addirittura picchi di ottanta euro, cioè più del giorno di Natale, una festività più sentita e vissuta in Italia, Sardegna inclusa, rispetto alla Pasqua ballerina che cambia data e mese anno dopo anno. E tra i piatti, fatta salva la colomba pasquale come dolce tipico, le novità non abbondano: tra tartare di manzo, ravioli di ricotta in ragù d’agnello, con lo stesso agnello poi servito, con tanto di cotenna croccante come secondo, o anguilla e pesce spada innaffiati da un vino bianco e con frittura mista prima di frutta, dolce e amari l’offerta è quella tipica, sin troppo, sarda. La speranza di chi gestisce agriturismi o ristoranti è che in tanti vogliano scappare dai fornelli casalinghi e farsi servire e riverire con vista sulle campagne o sulle strade storiche di Cagliari. Per la comprensione delle domande non servirà nessun traduttore di lingua inglese, vista la penuria di turisti.