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“Dopo aver perso ben cinque posizioni rispetto al 2014, la Sardegna è diventata la maglia nera nazionale per disagio dell’imprenditorialità”. Lo ha dichiarato Ugo Cappellacci, commentando di dati della ricerca curata da Fondazione Impresa e rilanciati dal quotidiano Il Sole 24 Ore. La Sardegna è risultata ultima della classifica nazionale in ben otto dei dodici indicatori utilizzati per calcolare l’indice del disagio imprenditoriale: fra questi il divario infrastrutturale, la progressiva riduzione del PIL regionale, arrivata al 13% dall’inizio dell’inizio della crisi, le difficoltà di accesso al credito ed il costo del denaro più alto a livello nazionale.
“Di fronte a questi dati – prosegue l’esponente azzurro – appare evidente la necessità di misure straordinarie tese a recuperare un divario dovuto allo svantaggio oggettivo derivante dalla condizione insularità, aggravato da decenni di omissioni dello Stato, e da ultimo da una insignificante ed arrendevole azione del Governo regionale. Una situazione di per sé difficile – evidenzia Cappellacci- che risulta ulteriormente insostenibile per effetto della crescente pressione fiscale. Nella passata Legislatura abbiamo lanciato la proposta della zona franca integrale dell’Isola, quale misura straordinaria e dagli effetti immediati in termini di attrazione e ripresa degli investimenti, rilancio dei consumi e con essi della produzione delle imprese, e dell’occupazione. Avevamo fatto notevoli passi in avanti ma, mentre l’Europa aveva già acceso il semaforo verde, il Governo nazionale ha fatto orecchie da mercante e non si è pronunciato. Chi ora guida la Sardegna ha prima azzerato le nostre misure di fiscalità di vantaggio ed ha poi alzato bandiera bianca con lo Stato definendo la zona franca “un incubo” o “un inganno”. L’incubo è invece purtroppo quello in cui siamo precipitati come Regione che rende impossibile l’attività delle impresa e dove la tassazione ha raggiunto i livelli di guardia. Considerato che in un anno e mezzo la Giunta Pigliaru, nonostante sia ben nutrita di assessori di scienza, non ha partorito nessuna ricetta alternativa e neppure è riuscita neanche ad attivare le zone franche doganali, chiediamo all’esecutivo di riprendere una battaglia che non appartiene ad uno schieramento politico, ma appartiene a tutti i sardi. Se ieri era una questione di sopravvivenza, oggi è l’unica possibilità per resuscitare l’impresa in Sardegna”.