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Nel corso del 2015 la comunità internazionale dei registri dei donatori ha raggiunto un traguardo che, all’inizio dell’impresa, pareva insperato: oltre 25 milioni di persone decidono di vincere le proprie paure e iscriversi al Registro per donare il proprio midollo osseo a non familiari. Tra questi, in Italia la parte del leone la fa la Sardegna. “L’isola è stata la quarta a livello mondiale ad avere istituito un registro nel 1987” ha ricordato Licinio Contu, pietra miliare del trapianto osseo non solo in Sardegna, “adesione e impegno di cittadini e istituzioni hanno portato ad un risultato straordinario, ma non basta, continuate ad iscrivervi al Registro”.
La sede del Registro regionale è all’ospedale Binaghi di Cagliari, struttura d’eccellenza a livello internazionale. “I costi per le analisi di tipicizzazione per iscrivere i donatori sono elevati, ma grazie ad un accordo tra noi e la Regione potremo utilizzare una nuova tecnologia che permetterà un alto numero di esami con un costo minore. Questo ci permetterà di stare al passo con le altre strutture” spiega Carlo Carcassi, responsabile del Registro.
Iscriversi è semplice: possono farlo tutti coloro che godono di buona salute e abbiano un’età compresa tra i 18 e i 35 anni. L’età massima per poter donare si ferma a 55. Il prelievo delle cellule attraverso l’intervento tradizionale o da sangue periferico non solo gli unici modi per donare: da ottobre 2010 è attiva a Cagliari la banca del sangue cordonale, a cui già due mila neo mamme hanno dato il proprio contributo. “A novembre 2014 una madre inglese ha avuto bisogno delle cellule di un neonato sardo. A distanza di mesi possiamo dire che il trapianto ha avuto un esito positivo” afferma il direttore della struttura, Marino Argiolas.
Un appello alla donazione arriva, nella doppia veste di ematologo e di assessore regionale alla sanità, da Luigi Arru. “Ringrazio la straordinaria generosità dei sardi che manifestano una straordinaria sensibilità, non abbiate paura di donare”. Nel video due giovani donatori, Valentina Pisano e Davide Pili, raccontano la loro esperienza.