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Sardegna, la spirale di violenza non si ferma: tra omicidi e coltellate è allarme soprattutto tra i giovani. Il delitto a coltellate di oggi del 27enne di Villaspeciosa Alessandro Cambuca arriva a pochi giorni dalla strage con conque morti di Nuoro, dal grave ferimento di un 15enne nel litorale di Quartu, dal 15enne cagliaritano che ha accoltellato il padre finendo arrestato per tentato omicidio, a pochi mesi dall’uccisione di Francesca Deidda a San Sperate. Si uccide o si tenta di uccidere spesso per futili motivi, come se i coltelli fossero armi ormai alla portata di tutti. Sono solo alcuni degli ultimi drammatici episodi che hanno visto l’Isola al centro di una pericolosa escalation: ci sono gli omicidi precipati e terribilmente commessi a sangue freddo, come quello della donna a San Sperate massacrata con un attrezzo da palestra. O come l’inciredibile carneficina di Nuoro, dove un operaio di Forestas è arrivato ad accanirsi sulla moglie con quattro spari, ad uccidere due figli ferendone un terzo, ad ammazzare il vicino di casa trovandolo per caso e andando dalla mamma per cercare di uccidere anche lei.
Casi diversi tra loro, ma a volte basta una semplice lite (come nel caso di oggi ad Assemini e in quello del papà accoltellato a Siliqua) per scatenare atti di violenza inauditi e che stanno prendendo una frequenza preoccupante. Il tutto insieme alla sempre maggiore diffusione di alcol e di vecchie e nuove droghe. Soprattutto il mondo giovanile, come dimostra anche la rissa di una settimana fa fuori da un locale quartese, anch’essa sfociata nelle coltellate, sembra il più esposto e sicuramente ci dovrebbe essere più prevenzione contro le devianze, ad ogni livello. Dopo gli anni bui del Covid, ora troppo sangue scorre nelle cronache quotidiane. Con casi di violenza in Sardegna che finiscono spesso al centro delle notizie dei principali quotidiani nazionali, unitamente ad alcune misteriose sparizioni di persone avvenute nelle ultime settimana. Cosa sta succedendo? E? il caso davvero di lanciare l’allarme.