Sardegna, la regione con meno immigrati. Ma sono il triplo del 2011

Il dossier immigrazione presentato oggi all’Università di Cagliari


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In Sardegna la presenza di immigrati stranieri è la più bassa d’Italia: meno di 36mila stranieri, lo 0,8 per cento del totale dei residenti in Italia, con un’incidenza sulla popolazione complessiva del 2,2 per cento. Il dato risulta però triplicato rispetto a quello del 2011, quando venivano contati meno di 11mila stranieri residenti.  La comunità straniera dominante nell’isola è quella romena, mentre tra i non comunitari regolarmente soggiornanti prevalgono i marocchini, circa 4.700, i senegalesi e i cinesi, poco più di 3 mila stranieri. “Sono dati su cui riflettere – spiega Gianni Loy, docente dell’Università di Cagliari – Spesso si pensa che quello dell’immigrazione sia un fenomeno nuovo, dimenticandoci di quando gli italiani sono andati in altri territori in cerca di fortuna. E poi è necessario far capire che gli immigrati non sono un peso economico per i paesi che li ospitano, anzi, gli introiti derivanti dalle tasse che pagano sono superiori ai costi delle politiche per l’immigrazione”.

 

Dal 23esimo rapporto sull’immigrazione curato dal Centro Studi e ricerche Idos, presentato questa mattina nella facoltà di Scienze Politiche di Cagliari, emerge che la presenza di immigrati si concentra in particolare nelle zone a vocazione turistica dell’isola. La provincia di Cagliari ospita il 33,2 per cento degli stranieri residenti in Sardegna, circa 11.800 persone, quella di Olbia-Tempio il 24,3 per cento, 8.600 stranieri. A Sassari ci sono 6.400 stranieri pari al 18,1 per cento. Nel 2012 la Sardegna ha registrato un tasso di crescita naturale della popolazione straniera pari al 12,5 per mille, inferiore alla media nazionale del 17,6 per mille, anche perché i nati stranieri sono risultati il 3,8% del totale dei nati da residenti nella regione. In sostanza  la presenza di immigrati nell’isola risulta ancora contenuta, concentrata soprattutto nel capoluogo e nelle zona a più forte vocazione turistica.

 

Gli stranieri non comunitari regolari sono 23.500, soprattutto uomini, le donne sono 11.500, i minorenni meno di 5mila. I titolari di permesso di soggiorno a durata illimitata sono la minoranza, circa 10mila, e per motivi di asilo e umanitari  circa 700. “Per quanto riguarda l’accoglienza agli immigrati quasi tutto dipende dal volontariato– sottolinea Marco Zurru, docente all’Università di Cagliari –  e in parte dagli stessi migranti che si organizzano da subito, mentre risultano assenti le istituzioni. L’idea della consulta comunale degli stranieri è buona, ma va affiancata perché lavori bene nel territorio”. “L’immigrazione – aggiunge la docente universitaria Anna Maria Baldussi – deve essere vista come un ‘opportunità e un valore economico in termini di sviluppo e produzione. Questo perché fanno dei lavori che noi non vogliamo più fare, percependo stipendi inferiori rispetto agli standard nazionali, e inoltre sono quelli che evadono meno”.

 


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