In Sardegna mancano oltre cento, 102 per la precisione, medici di famiglia. Il che significa che manca e viene negato uno dei diritti garantiti dalla costituzione, quello alla salute: ce l’ha chi ha i soldi per comprarselo.
Che la situazione della sanità in Sardegna sia a dir poco disastrosa è sotto gli occhi di tutti: liste d’attesa infinite, visite negate persino ai malati oncologici, ospedali allo stremo e ricoveri in barella. A certificarlo, con riferimento preciso ai medici generici, è la fondazione Gimbe che lancia un vero e proprio allarme: ne mancano, in tutta Italia, oltre 3.100 (102 solo in Sardegna) in base ai dati riferiti all’1 gennaio 2023.
In Sardegna, tra il 2019 e il 2022 i medici di famiglia si sono ridotti del 34,2% (Sardegna al primo posto tra le regioni). Nell’isola il massimale di 1.500 assistiti viene superato dal 48,1% del totale dei medici di medicina generale della regione (la media nazionale è pari al 47,7%). Il numero medio di assistiti per medico nell’intera regione è pari a 1.381 (media nazionale 1.353). Secondo la stima del Gimbe, che prevede un rapporto di un dottore ogni 1.250 assistiti (valore medio tra il massimale di 1.500 e l’attuale rapporto ottimale di 1.000), all’1 gennaio 2023 in Sardegna mancano 102 medici; la media nazionale della riduzione è pari all’11%. Quadro anagrafico: nel 2022 il 79,7% dei medici aveva oltre 27 anni di laurea (media nazionale 72,5%); 333 è il numero di dottori che hanno compiuto o compiranno 70 anni tra il 2023 e il 2026, raggiungendo così l’età massima per la pensione (deroghe escluse); considerando l’età di pensionamento ordinaria di 70 anni e il numero borse di studio per gli anni 2020/2023, nel 2026 il numero dei medici diminuirà di 9 unità rispetto al 2022.