Sardegna, buttiamo 1237 rifiuti ogni 100 metri nelle nostre spiagge: ecco come sporchiamo il nostro bellissimo mare

ECCO TUTTO QUELLO CHE BUTTIAMO NELLE SPIAGGE SARDE-L’indagine 2019 di Legambiente fotografa una situazione critica: nelle 5 spiagge Sarde monitorate, per un totale di circa 9 mila metri quadri, sono stati trovati una media di 1237 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia (sono 6187 i rifiuti censiti in totale). Il 94% dei rifiuti censiti è rappresentato dalla plastica (dato significativamente maggiore rispetto all’81% della media nazionale), seguita poi da un 4% di rifiuti in vetro e ceramica, dall’1% di rifiuti in metallo e da altre frazioni minori


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L‘indagine del Beach Litter 2019 di Legambiente, conta e esamina i rifiuti depositati sulle spiagge secondo un protocollo internazionale sviluppato nell’ambito dell’iniziativa MarineLitter Watch dell’Agenzia Europea dell’Ambiente; Legambiente e molte altre associazioni europee comunicano all’Agenzia i dati raccolti, con l’obiettivo di creare uno dei più grandi database sui rifiuti spiaggiati costruito dai volontari a livello europeo. Il protocollo è standardizzato, e permette il confronto tra i dati raccolti da chiunque lo utilizzi. Standard è anche la lista di nomi e i codici specifici che sono utilizzati per catalogare i rifiuti.

L’indagine 2019 fotografa anche quest’anno una situazione critica per molti arenili italiani: in particolare, nelle 5 spiagge Sarde monitorate, per un totale di circa 9 mila metri quadri, sono stati trovati una media di 1237 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia (sono 6187 i rifiuti censiti in totale). Il 94% dei rifiuti censiti è rappresentato dalla plastica (dato significativamente maggiore rispetto all’81% della media nazionale), seguita poi da un 4% di rifiuti in vetro e ceramica, dall’1% di rifiuti in metallo e da altre frazioni minori.

La cattiva gestione dei rifiuti urbani è la causa principale della presenza dei rifiuti (68%), insieme alla carenza dei sistemi depurativi che è responsabile del 24% degli oggetti ritrovati (la media nazionale si attesta sull’8%). Le attività di pesca e acquacultura sono responsabili dell’8% dei rifiuti monitorati (la media nazionale si attesta al 7%): reti, lenze, scatoline delle esche…non solo pesca professionale, ma anche amatoriale.

Infatti, ai primi posti della top ten dei rifiuti più trovati ci sono cottonfioc e bastoncini di plastica, ma anche tappi, coperchi, anelli di plastica e oggetti di plastica in genere di media grandezza (solo queste tre tipologie di rifiuti rappresentano circa il 60% dei rifiuti presi in esame). Non mancano ovviamente reti osacchi per mitili o ostriche (calze); posate, piatti, bicchieri e cannucce di plastica; bottiglie di vetro (o frammenti); buste, shopper e bustenere per immondiziao flaconi e contenitori di cosmetici.

Il fondo del mare custodisce ormai, al pari della sabbia, delle alghe e delle conchiglie, quantità di plastica inimmaginabili, che ciclicamente le mareggiate depositano sulla riva per poi riprendersi, lavorando il rifiuto così come fanno con le conchiglie. E la plastica –dalla macro monitorata dall’indagine “beach litter” alla micro (pezzi inferiori a 0,5 cm) che invece quest’indagine non prende in considerazione- va spesso sostituendo la componente naturale nella duna e sulla spiaggia emersa con un fenomeno dalle proporzioni sempre più preoccupanti.

“Dobbiamo prendere atto del fallimento del nostro modello di produzione, consumo e gestione del rifiuto –afferma Annalisa Colombu, presidente di Legambiente Sardegna, insieme ai tanti volontari che anche quest’anno stanno portando avanti le campagne di pulizia care all’Associazione. E’ urgente prendere coscienza dell’attacco perpetrato dall’uomo all’ecosistema marino negli ultimi decenni e cambiare rapidamente rotta investendo nella ricerca per liberare il mare dalla plastica che già c’è, sostenendo le imprese responsabili che mettono sul mercato alternative valide e accessibili, favorendo gli acquisti responsabili e consapevoli orientati alla riduzione dei rifiuti”.

E ridurre i rifiuti a monte, e quelli in plastica in particolare, è davvero la priorità dell’oggi che deve orientare la vita quotidiana di noi cittadini-consumatori nel momento in cui scegliamo cosa mettere nel carrello della spesa, come anche le politiche regionali. Dalla Regione Sardegna, già consapevole della importanza della riduzione, ci aspettiamo sempre maggiori sollecitazioni rivolte al sistema commerciale e l’impegno a promuovere un progetto innovativo per rimuovere le migliaia di tonnellate di rifiuti spiaggiati che i Comuni, nonostante siano i soggetti direttamente competenti, non hanno le risorse umane ed economiche per affrontare.

 

 

I dati di Beach litter 2019 Sardegna

I numeri 2019

5 spiagge monitorate

6187 rifiuti

Totale area campionata 9.200 mq

Una media di1237 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia (lineari)

I materiali e le fonti

La plastica è il materiale più trovato, pari al 94% del totale dei rifiuti rinvenuti (maggiore rispetto alla media nazionale dell’81%), seguita da vetro e ceramica (4%), metallo (1%) e gomma (0,6%).

Materiale n. rifiuti %
Plastica 5795 93,7%
Vetro/ceramica 217 3,5%
Metallo 68 1,1%
Gomma 37 0,6%
Carta /Cartone 35 0,6%
Legno (trattato/lavorato) 16 0,3%
Tessili 12 0,2%
prodotti chimici/sintetici 7 0,1%

 

La cattiva gestione dei rifiuti urbani è la causa principale della presenza dei rifiuti (68%), insieme a la“carenza dei sistemi depurativi” che è responsabile del 24% degli oggetti ritrovati (la media nazionale si attesta sul 8%). Le attività di pesca e acquaculturasono responsabili dell’8% dei rifiuti monitorati (la media nazionale si attesta al 7%): reti, lenze, scatoline delle esche…non solo pesca professionale ma anche amatoriale.

n particolare i rifiuti derivanti dalla cattiva gestione urbana, per le spiagge sarde sono rappresentati da rifiuti che non sono riconducibili ad attività specifiche, da imballaggi (alimentari e non), e darifiuti derivanti da abitudini dei fumatori (principalmente mozziconi di sigaretta, ma anche accendini, pacchetti di sigarette e loro imballaggi).Sono considerati anche le buste di plastica e l’abbandono di inerti e materiali da costruzione.

 

 

Topten

Il 79%dei rifiuti registrati sono rappresentati dalle seguenti 10 tipologie di oggetto.

 

    Tot rifiuti ITEM Media su 100 m
1 23,0% 1425 Cotton fioc / bastoncini 285
2 16,7% 1033 Plastica (pezzi da 2,5 cm a 50cm) 207
3 16,0% 987 Tappi, coperchi e anelli di plastica 197
4 5,8% 360 Polistirolo (pezzi da 2,5 cm a 50cm) 72
5 5,8% 359 Altri oggetti di plastica / polistirolo (identificabili) 72
6 4,1% 252 Reti o sacchi per mitili o ostriche (calze) 50
7 2,7% 165 Posate e piatti di plastica, bicchieri e cannucce 33
8 1,9% 118 Bottiglia di vetro (e pezzi di bottiglia) 24
9 1,9% 115 Buste, shopper, nere immondizia 23
10 1,6% 99 Flaconi e contenitori di cosmetici 20

 

 

 


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