Tentato omicidio a Sardara, i carabinieri arrestano un uomo e denunciano una donna. I militari della stazione di Sardara, insieme ai colleghi della stazione di San Gavino Monreale, dell’aliquota operativa della Compagnia di Villacidro e del nucleo investigativo di Cagliari hanno arrestato un autotrasportatore di 39 anni, Mattia Onali, per i reati di tentato omicidio e porto abusivo di armi, denunciando la moglie, una casalinga di 34 anni, Cristina Matta, per tentato omicidio in concorso. L’operazione è scaturita da un grave episodio avvenuto nelle ore precedenti, quando un allevatore sardarese di 68 anni ha contattato telefonicamente la locale stazione dei carabinieri perché, mentre si trovava a bordo della sua auto insieme alla moglie, sulla Provinciale 62 nel tratto Sardara-San Gavino Monreale, un veicolo grigio con due persone a bordo avrebbe fatto fuoco contro di loro. In particolare sarebbero stati affiancati e sorpassati e, durante la manovra a velocità folle, il passeggero avrebbe esploso più colpi d’arma da fuoco contro l’auto dell’allevatore, causando la rottura del vetro posteriore sinistro, il danneggiamento del parabrezza e del tetto e costringendolo a finire fuori strada. Dopo l’attacco l’auto sarebbe fuggita, mentre i due coniugi hanno trovato rifugio in una strada laterale.
Immediatamente giunti sul posto, i carabinieri hanno visto la Fiat Multipla delle vittime crivellata di colpi: la coppia è viva per miracolo, ha riportato solo alcune lesio i causate da frammenti di vetro.Le prime informazioni fornite sono state cruciali per risolvere il caso perché le vittime, pur non avendo riconosciuto l’auto, erano abbastanza sicure che dietro al fucile ci fosse la mano di un loro vicino di casa. Da lì, le immediate ricerche attivate da ogni carabiniere disponibile, coordinato dal comandante della compagnia di Villacidro, hanno permesso di individuare l’autore materiale dell’attacco, Mattia Onali, che si trovava a bordo di un’Alfa 156 SW. Dopo i primi interrogatori è emersa una faida familiare costellata di dispetti e antipatie che andavano avanti da anni, culminati, prima della sparatoria, con il danneggiamento di alcune balle di fieno che chi ha sparato avrebbe ricondotto alla mano del proprio vicino.
Il 39enne si è visto ormai crollare il suo già fragile alibi e ha deciso di collaborare, indicando ai militari dove fosse stato nascosto il fucile, un sovrapposto a canne mozze calibro 12 della B. Rizzini, la cui matricola non è mai stata registrata nelle apposite banche dati a disposizione delle forze di polizia. Durante la perquisizione che ha portato al rinvenimento del fucile, si è poi alzato il velo sul mistero del guidatore, che è stato ipotizzato fosse proprio la moglie 34enne dell’autotrasportatore. Entrambi i veicoli coinvolti, insieme al fucile utilizzato nell’attacco e agli abiti indossati dall’arrestato, sono stati sottoposti a sequestro per ulteriori indagini tecniche. Onali è stato rinchiuso nel carcere di Uta, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Onali e la Tuveri sono difesi dall’avvocatessa Roberta Boi: “I rapporti erano tesi da anni, il mio assistito ha denunciato più volte il vicino. È stato collaborativo perché ha subito detto dov’era l’arma utilizzata. Attendiamo la fissazione dell’interrogatorio di convalida”.