Un letto d’ospedale per clochard ed emarginati sorge in un cortile interno dell’ospedale Santissima Trinità di via Is Mirrionis a Cagliari. Per trascorrere la notte i clochard sembrano “prediligere” il cielo stellato mentre, in pieno giorno, sono soliti usare due ombrelloni per avere un cono d’ombra ed evitare il sole cocente.
Se da un lato le siringhe sui davanzali e nei marciapiedi attestano che ancor oggi c’è chi sceglie il cortile dell’ospedale per iniettarsi una dose di quotidiana disperazione, dall’altra parte esiste un drappello di senzatetto spuntato da chissà dove con chissà quale bagaglio di storie ai margini, e che rappresenta una allarmante novità.
Ad averla notata è stato il giornalista Alessandro Congia: è stato lui, per primo, ad aver allertato poco fa la direzione ospedaliera.
La presenza dei senzatetto passerebbe inosservata se non fosse per le condizioni igieniche nelle quali trascorrono la notte ed anche il pomeriggio: i loro giacigli infatti sono invasi dai rifiuti.
Non solo. C’è chi, tra i clochard, porta all’interno dell’ospedale cani e gatti con i quali ama condividere il proprio tempo,rifugiandosi negli angoli più nascosti dell’ospedale, estasiandosi dal resto della città e non sempre sotto un tetto di cartone, bensì all’aperto.
UNA VERA OCCUPAZIONE. Non sono esenti da questa occupazione quasi tutti i locali inagibili del nosocomio. Un esempio? La zona dell’ex lavanderia.
“Vede quella casetta nel cortile dell’ospedale? È stata murata di recente perché la utilizzava chiunque come bagno d’emergenza ed anche una signora che adescava i passanti, specie gli anziani, e se li portava là” racconta S.M., addetta alla pulizia del reparto di Endostomatologia.
Mentre la signora ci indica la porta murata di una casupola, a due passi dall’ingresso secondario dell’ospedale su via Timavo, aggiunge: “come possiamo fronteggiar questa situazione se trai i senzatetto c’è chi ti punta una siringa?”.
IL CLOCHARD. Nel frattempo, un ragazzo scalzo si avvia barcollando in un pertugio dell’ospedale per poi sdraiarsi sotto un ombrellone, accanto ad una aiuola fatta di immondizie frammiste a macerie. L’uomo, sulla quarantina, abbozza un discorso, mostrandosi infastidito dalla presenza dei giornalisti. Asserisce di aver ripulito questo angolo di città che però è un come un letamaio sotto gli occhi di tutti.
GLI INFERMIERI. C’è chi, tra gli infermieri e gli operai dell’ufficio tecnico, prova a far finta di non vedere questa indecenza, mentre l’odore nauseabondo dei rifiuti abbandonati e del piscio, si fa penetrante.
Da queste parti si snoda un sentiero invaso dalle siringhe che termina dinnanzi ad un ripostiglio pieno di scarpe da donna. Ci sono anche delle ecografie abbandonate.
IL TESTIMONE. “Sa cosa succede da queste parti?” esclama un infermiere di passaggio: “quel ragazzo con la barba che vi è passato accanto, da qualche tempo passa le notti e cerca di vendere dei gattini giusto per racimolare qualche spicciolo“.
Accanto al suo giaciglio ottenuto con un materasso posto su un letto d’ospedale, in un angolo all’aperto, c’è un tavolo rudimentale con le immancabili siringhe e tanti oggetti di origine non identificata.
In una radio sgangherata, nel lettore cd, ancora siringhe, usate e non. Uno spettacolo indegno per l’ospedale?
IL PARERE DEL DIRETTORE. Raggiunta nel suo ufficio, la dottoressa Maria Teresa Orano, direttore sanitario dell’ospedale ci accoglie garbatamente per poi affermare: “non conoscevo questo caso specifico per il quale interverremo prontamente, con l’ufficio tecnico dell’ospedale, gli assistenti sociali e se necessario le forze dell’ordine.
Abbiamo già murato tanti stabili inutilizzati, messo cancelli, chiuso i sotterranei e stiamo potenziando il servizio di sicurezza acquistando nuove telecamere. Il nostro impegno – concluse il direttore dell’ospedale – sarà massimo al fine di ridare sicurezza all’ospedale, ai degenti ed ai loro familiari”.
Marcello Polastri https://m.facebook.com/MarcelloPolastri
Immagini di Alessandro Congia
Fotoservizio in esclusiva per Casteddu OnLine.