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Si gioca. In uno stadio che è ancora un cantiere aperto. Siamo riusciti a entrare nel cuore del Sant’Elia, qualche ora prima dell’attesissimo Cagliari-Catania, che segna il grande ritorno dei rossoblù nella loro casa. E quello che emerge è ancora uno stadio a pezzi, rabberciato dai lavori in corso. Sotto le vecchie tribune tubi in metallo, ferri arrugginiti, resti di cantieri presenti e passati. La pista di atletica, quella che ospitò i vecchi meeting Terra Sarda degli anni Ottanta, è ormai distrutta e piena di crepe. Ma sono soprattutto le gradinate a fare paura, per chi non le ha mai viste da vicino. Dove un tempo c’erano le poltroncine, ora c’è il cemento consumato. Il Sant’Elia insomma riemerge con tutte le sue “rughe”, le sue ruggini: Lo stadio che riapre solo in maniera parziale, per 5000 spettatori, è comunque un impianto da rifare completamente. In fretta. Prima che sia troppo tardi. Perchè è giusto festeggiare la riapertura, ma non si può chiudere gli occhi di fronte a questo scempio.