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Il fuoco contro la palazzina delle forze dell’ordine, nel cuore di Sant’Elia. Le auto bruciate una dopo l’altra, in piazza Pigafetta. I giochi dei bambini dati alle fiamme. E un allarme che finisce sul tavolo del prefetto. Un’assemblea pubblica, convocata per il 29 maggio. Con un solo ordine del giorno: fare luce su questa serie di attentati. Michele Cireddu del sindacato della Uil Polizia penitenziafria Sardegna, ha pochi dubbi: si tratta di una vera emergenza sociale. “Siamo pronti a una manifestazione di protesta”, perchè adesso subentrano rabbia e paura. Per quelle fiamme che sono state appiccate nella piena impunità. E c’è un documento, che sancisce la preoccupazione: “Vista la situazione di pericolo che si è venuta a creare- si legge nella missiva inviata al prefetto- chiediamo che vengano adottate tutte le misure di sicurezza per proteggere i residenti e i loro beni. La zona va adeguata di telecamere e un adeguato sistema di video sorveglianza collegato con la sede della Questura”. La domanda è semplice: da chi partono queste intimidazioni e perchè?