Sant’Elia, Consiglio unanime: “Stop al grande degrado dei palazzoni”

Il consiglio comunale approva all’unanimità la mozione di Alessandro Sorgia: “Gli edifici di proprietà di Area abbandonati in città, sono in grave stato di deterioramento e purtroppo meta frequente di sbandati e tossicodipendenti”


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Sant’Elia, una mozione sulla situazione di degrado e abbandono tra i palazzi Del Favero e dintorni, votata ieri sera all’unanimità dei presenti (30 consiglieri su 30). Un primo passo, importante anche sotto il profilo politico, fa sapere il firmatario del documento, Alessandro Sorgia, consigliere del Gruppo Misto tra i banchi di palazzo Bacaredda: “Ho chiesto in ogni caso – dice Sorgia – che venisse convocato una specifica seduta di consiglio comunale con il neo assessore regionale ai Lavori Pubblici insieme ai vertici di Area, per allargare il dibattito in aula, oltre ai problemi annosi del rione, anche per i tanti edifici di proprietà di Area abbandonati in città, sono in grave stato di deterioramento e purtroppo meta frequente di sbandati e tossicodipendenti”. 

LO STATO ATTUALE A S.ELIA. Nel quartiere di Sant’Elia sono presenti il complesso Del Favero tra le piazze Lao Silesu, Falchi e Demuro dove ci sono in totale 265 appartamenti in poco meno di 40 mila metri quadri, i palazzi Bodano e Gariazzo. La Regione Autonoma della Sardegna nel 2006 stanziò la somma di trenta milioni di euro per la riqualificazione delle aree sulle quali sono stati costruiti i complessi Del Favero, Lame, le Torri e i due “Anelli” A e B. Nel 2013 una delibera predisposta dall’allora assessore al Bilancio, Gabor Pinna spiegava che il Comune di Cagliari aveva acquisito le aree il 18 febbraio 2009 dall’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato e si dava il permesso all’ente regionale di “accedere alle aree per la sola esecuzione delle operazioni connesse alla progettazione preliminare”, rimandando poi le fasi successive al “trasferimento ad Area del diritto    reale sulle aree oggetto degli interventi”. 

ESASPERAZIONE TRA LA GENTE. Le condizioni delle abitazioni e delle aree limitrofe ogni giorno che passa diventano sempre più critiche, le strutture portanti di numerose palazzine evidenziano importanti cedimenti e crepe di assestamento che potrebbero influenzarne la staticità, ulteriori pericoli provengono sia dai pannelli di controsoffittatura esterna che vengono staccati stabilmente dal vento che dalle continue perdite di calcinacci relativi alle facciate esterne che mettono in costante pericolo l’incolumità dei passanti, è oramai divenuta inefficace l’impermeabilizzazione delle abitazioni, a causa di guaine bituminose oramai vecchie e bucate in più parti, che provocano infiltrazioni d’acqua continue che si diffondono su pavimenti, pareti e soffitti, con il proliferare di muffe varie, la situazione degli impianti idraulici e elettrici è ormai obsoleta e non garantisce più la sicurezza degli abitanti, una vasta area compresa tra il complesso abitativo ed il fronte mare risulta essere diventata una vera e propria discarica a cielo aperto, con la presenza di materiali vari, alcuni dei quali altamente inquinanti e nocivi per la salute di chi ci abita, quali ad esempio l’eternit. 

FOGNE E LIQUAMI. La situazione delle fogne è totalmente inefficiente, con liquami e puzza insopportabile, ormai presente nella quotidianità, con  Area, Abbanoa e Comune che si rimpallano le responsabilità, arrivando ogni tanto a soluzioni ed interventi tampone che non fanno altro che rimandare il problema di qualche giorno, tale situazione il più delle volte rappresenta un vero e proprio pericolo igienico sanitario che viene per il momento trascurato anche dalla stessa Asl. Gli abitanti di piazza Falchi, Lao Silesu e Demuro e dei palazzi Bodano e Gariazzo sono esasperati, convivendo con escrementi e miasmi continui  all’ingresso di palazzi e garage e chiedono interventi definitivi, raggiungere gli ingressi dei palazzi è quasi un’impresa, in particolare di notte al buio, in quanto non esiste l’illuminazione pubblica, le gran parte delle strade sono sterrate e pressoché impraticabili con la presenza di buche pericolose, con molti “chiusini” che risultano spaccati, lo stato attuale delle abitazioni è totalmente avverso ad una condizione di vita civile e decorosa per chi le frequenta quotidianamente, tenendo nella debita considerazione che tra i residenti non pochi sono bambini, anziani e portatori di handicap. 

LA MOZIONE IN CONSIGLIO. “Con la mozione – sottolinea Alessandro Sorgia – abbiamo impegnato il sindaco Zedda e la Giunta affinché vengano attivate con il Presidente e l’Assessore ai Lavori Pubblici della Regione, interlocuzioni con il coinvolgimento indispensabile dei rappresentanti del comitato di cittadini del quartiere di Sant’Elia, per trovare immediatamente una soluzione. Bisogna però valutare che la popolazione residente possa non essere trasferita né temporaneamente che ancor meno definitivamente, ma si trovi una soluzione condivisa con i residenti, prevedendo l’abbattimento dei palazzi esistenti ma la costruzione degli edifici nuovi sempre all’interno del quartiere, così come previsto nel progetto Master Plan, a ridosso del palazzo Del Favero, nel c.d. parcheggio Cuore, valutare che una percentuale di forza lavoro, compatibilmente alla normativa vigente in merito, relativamente ai lavori di riqualificazione del quartiere, possa essere riservata agli abitanti di Sant’Elia, facendo leva anche su quanto affermato dal Premier Gentiloni al suo arrivo in città qualche giorno fa, circa gli ingenti fondi in arrivo per le periferie, in considerazione del fatto che  in buona parte versano in condizioni economiche precarie, che tanti padri di famiglia hanno perso il lavoro e a 40/50 anni per la legislazione italiana non è facile trovarne un altro, che anche i giovani versano in condizioni di precaria stabilità”.

 

 

 


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