“Sant’Elia ancora rione-ghetto con i bimbi che giocano tra i liquami, lo stadio del Cagliari non basta”

La “ricucitura” di tutto il rione popolare promessa dal Comune con la realizzazione della nuova casa rossoblù? Per Anna Puddu (Progressisti) “è una presa in giro verso tutti gli abitanti, continueranno a essere tagliati fuori da tutta la città: non c’è nessun progetto di riqualificazione”


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“Non c’è nessuna ricucitura urbana con Sant’Elia, la costruzione dello stadio non prevede nessun tipo di intervento per il rione”. È durissima Anna Puddu, consigliera comunale dei Progressisti, in merito alla realizzazione della futura casa rossoblù. Una parte del quartiere cambierà volto, “ma è una zona esterna, la vera Sant’Elia è qualche metro più avanti, dove ci sono purtroppo alloggi fatiscenti e bambini costretti a giocare tra le fogne scoppiate e i liquami”. Per la consigliera di centrosinistra “raccontare che, nei prossimi anni, tutto il rione uscirà dall’isolamento è una sonora presa in giro. È ancora bloccato l’accordo di programma del 2006, nel quartiere non ci sono più gli uffici dei servizi sociali, spostati a La Palma, e nemmeno una scuola elementare”.

Insomma, il rischio è quello “che rimanga un quartiere ghetto. Tutte le costruzioni, dallo stadio al possibile centro commerciale, verranno fatti al di fuori del rione. Migliaia di cagliaritani continueranno a restare emarginati dal resto della città”, attacca la Puddu, “inoltre, il sindaco non ha ancora avviato nessuna interlocuzione con Area, proprietaria ufficiale di tutte le zone interessate dal progetto”.


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