Santadi, cala il sipario sulla 52^ edizione del Matrimonio Mauritano: è un successo


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Sono giunti al termine anche quest’anno i festeggiamenti per la 51ª edizione del tradizionale Matrimonio Mauritano di Santadi. Centinaia di  persone tra residenti, turisti e abitanti dei centri di tutta l’isola hanno seguito e partecipato a uno degli eventi più attesi e seguiti del Sud Sardegna.

Dal 1° al 4 agosto un programma ricco di musica, mostre, letture, concerti e degustazioni ha fatto da cornice al tanto atteso rito che ha consacrato l’unione tra Stefania Sanna e Flavio Serra.  “Sa coja maurreddina” si è svolta anche quest’anno come da copione. La cerimonia è stata celebrata presso la piazza del comune quasi totalmente in lingua sarda  e accompagnata dal bravissimo coro “Serpeddì” di Sinnai. Le traccas e i numosi gruppi folk provenienti da tutta la Sardegna hanno accompagnato gli sposi omaggiandoli con numerosi doni artigianali tipici della tradizione sarda.

Un tripudio di colori, arte e tradizione racchiusa in uno dei tanti eventi caratteristici che animano e arricchiscono l’estate sarda, che conferma di “saper offrire” ed essere ricercata non solo come meta balneare. Dello stesso avviso è Ignazio Tolu, sub commissario della Provincia del Sud Sardegna, presente all’evento. “È una festa che merita tanto, che deve essere salvaguardata e incrementata anche con regole e protocolli ben precisi da rispettare in modo tale che le tradizioni vengano ancor più valorizzate. Ci sono tutte le prospettive per far si che vengano esaltati al meglio i riti della nostra tradizione. Ho riscontrato la presenza di tanti turisti che, affascinati dall’evento, hanno deciso di seguirlo per tutta la durata. Abbiamo un patrimonio immenso che, se fosse ben organizzato e valorizzato, potrebbe diventare un importante richiamo per i turisti tutti i mesi dell’anno, offrendo nuovi posti di lavoro soprattutto ai nostri giovani che si vedono costretti a emigrare in cerca di un futuro migliore. Tanti sono i siti archeologici che, a volte, nemmeno noi sardi sappiamo della loro esistenza. Creare quindi un circuito di interesse che proponga la conoscenza delle nostre bellezze accompagnato dai numerosi eventi tipici della nostra tradizione”.


In questo articolo: