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Inevitabili le critiche al fatto di aver scelto un assessore della Sanità non sardo, l’oncologo Armando Bartolazzi, nell’aula del consiglio regionale dove la presidente Alessandra Todde ha replicato in chiusura del dibattito sulle sue dichiarazioni programmatiche di venerdì scorso. Caustica la risposta della presidente, che proprio nella sanità ha individuato la principale emergenza della Sardegna. “Sono orgogliosa della nostra giunta e dei suoi assessori e, certo, non è facile ascoltare giudizi di mediocrità quando nel precedente esecutivo si sono raggiunte delle vette di competenza così elevate”, ha sottolinea in tono polemico. “Mi sorprendo dello scandalo suscitato da un assessore alla Sanità non sardo. Considerata la situazione della sanità sarda, con i bilanci mancanti di tutte le Asl dal 2022, che non trasmette i dati ad Agenas per il monitoraggio sempre dal 2022, non mi pare che essere sardi abbia fatto la differenza. Mi auguro – è l’auspico della governatrice – che saremo giudicati in modo leale e onesto dai fatti e dai risultati che saremo capaci di portare a casa, perché abbiamo ereditato due anni senza bilanci e dati non trasmessi, un possibile taglio ai fondi del Pnrr già programmati per 47 milioni”. Todde ha poi raccontato di aver “passato il primo mese a smontare e censire i danni lasciati, inclusa la delibera sui nuovi ospedali, mentre il nostro fondo di sviluppo e coesione rischia di perdere decine di milioni per la ristrutturazione degli ospedali che non sono stati programmati”. Gli obiettivi sono ora approvare con urgenza i bilanci, riorganizzare le Asl e il centro prenotazioni su base territoriale e dedicare risorse per permettere un numero maggiore di visite specialistiche in prossimità dei territori di necessità, anche usando le risorse che la giunta precedente non è riuscita a programmare”.