Sandro Sarais suicida in ospedale a Cagliari, l’ira dei sindacati dei poliziotti: “Una tragedia annunciata”

Il 56enne si è tolto la vita lanciandosi nel vuoto, gli agenti: “Chiediamo da anni un repartino detentivo, se la finestra avesse avuto le sbarre si sarebbe potuto evitare il suicidio: non scaricate la responsabilità sui poliziotti”.


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I sindacati dei poliziotti fanno quadrato per il suicidio di Sandro Sarais, il 56enne accusato del femminicidio di Mihaela Kleics che, ieri, si è tolto la vita lanciandosi da una finestra del terzo piano dell’ospedale Businco. Sappe, Uil, Pa, Pp, Sinappe e Uspp lo dicono a chiare lettere: “Il Suicidio del detenuto in ospedale è una tragedia annunciata. Abbiamo chiesto i repartini detentivi ospedalieri anche per evitare
questi epiloghi. Un suicidio rocambolesco, quello avvenuto ieri, gli agenti hanno cercato disperatamente di evitare che il detenuto riuscisse a lanciarsi improvvisamente dalla finestra priva di sbarre”. Ma non ci sono riusciti, e Sarais è morto dopo pochi minuti.
“È da anni che denunciamo la necessità di poter utilizzare un repartino detentivo ospedaliero dove poter ricoverare in sicurezza i detenuti. Ci siamo rivolti al provveditore, al capo del dipartimento, ai prefetti delle varie province, al presidente della regione uscente ed a quello attuale,
all’assessore alla sanità uscente ed a quello attuale, abbiamo ottenuto solo delle promesse mai mantenute. È ancora piú scandaloso il fatto che proprio a Cagliari un repartino detentivo é stato costruito con tutti i canoni di sicurezza previsti, ma sino
a poco tempo fa era utilizzato come deposito. Nel frattempo gli eventi
critici si sono susseguiti negli anni: tantativi di evasione, aggressioni, danneggiamenti di camere ospedaliere e per ultimo un suicidio che poteva essere evitato se la finestra avesse avuto le sbarre come previsto
nei reparti detentivi ospedalieri”. I sindacati sperano “che l’autorità giudiziaria vada a fondo ed accerti le responsabilità delle Istituzioni che in questi anni non hanno messo a disposizione una struttura prevista da una legge dello Stato. Sino ad ora i poliziotti sono stati mandati allo sbaraglio a sfidare la sorte ed è quello che è successo nell’ultimo tragico evento. Non si scarichi la responsabilità sull’anello debole, gli agenti non siano le vittime sacrificali per scrollare di dosso le responsabilità di chi doveva
ottemperare alle previsioni legislative. Purtroppo se, ancora una volta, la politica e le Istituzioni continueranno a trincerarsi nel consueto silenzio, le tragedie continueranno a consumarsi e gli agenti continueranno ad essere mandati allo sbaraglio costringendoli ad affidarsi alla dea bendata per superare il turno di lavoro indenni”.


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