San Michele, la polemica continua: “Il muro non può essere modificato”

Petizione popolare del comitato dei residenti al vaglio della commissione comunale Lavori pubblici


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È ancora polemica sul doppio muro realizzato in piazza San Michele. Mentre continua la protesta tra residenti, religiosi che frequentano la chiesa della Medaglia Miracolosa, e gli ambulanti della piazza, la petizione popolare sostenuta da quasi mille firme passa al vaglio della commissione Lavori pubblici. “Credo che si stia esagerando – spiega il presidente Maurizio Chessa, Pd – Un muro in cemento armato non può essere bello, ma in quel contesto architettonico acquisirà valore. E poi si stanno dicendo un sacco di imprecisioni: non c’è nessun rischio idrogeologico perché verranno realizzati dei nuovi sottoservizi per il drenaggio delle acque meteoriche. In ogni caso l’opera ora non può essere modificata, comporterebbe troppi costi per l’amministrazione. A me sembra più che altro una battaglia in vista delle elezioni, tra politici emergenti che vogliono farsi notare e quelli affermati che vogliono ribadire la loro presenza all’elettorato”.

Ma c’è chi sostiene il comitato di residenti e che quel muraglione lo demolirebbe subito. “E’ un obbrobrio – dice Marisa Depau, Sel – Il Comune deve rivedere subito il progetto che crea una chiesa blindata, lontana dagli abitanti del quartiere. Il fatto che la stradina dietro il muro possa diventare meta di tossicodipendenti e spacciatori è vero, e va evitato. L’intervento, come tanti altri che si stanno facendo, è meritorio ma deve essere corretto: i soldi del ribasso d’asta ci sono, usiamo quelli”. “Il muro deve essere abbassato alla quota di parapetto – ha ribadito Giovanni Dore, Sardegna Pulita – Questa non è una battaglia tra schieramenti politici e non si vuole mettere in discussione la ristrutturazione della piazza, ma solo dare l’opportunità di migliorare l’opera e renderla più gradevole e fruibile per la cittadinanza”. Contrario anche il consigliere di Fratelli d’Italia, Alessio Mereu: “un muro così io non l’avrei costruito, ma è complicato abbatterlo ora, sia per i costi che per le responsabilità che potrebbero derivarne. In ogni caso il progetto andava prima sottoposto al giudizio della cittadinanza: questa amministrazione  parla tanto di democrazia partecipata ma poi non la mette in pratica”.


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