San Michele, i giovanissimi si bucano in strada davanti alle mamme

Situazione vergognosa a San Michele, tour visto dall’alto nel crocevia dei drogati: genitori costretti a fare lo slalom tra le siringhe insanguinate e i ragazzi stesi per terra che rischiano l’overdose di eroina


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Accorgersi della presenza dei tossici nella zona è ormai presto fatto, basta cominciare il tour a piedi da via Cornalias, imboccando i giardinetti che riportano alle case Ge.scal. tra via Betto Alliata e via Cinquini e il sentiero è disseminato di siringhe, fazzolettini sporchi di sangue, persino escrementi, boccette di metadone. Si arriva proprio dinnanzi alle case, dalle finestre lo spettacolo è tetro, drammatico, col viavai di giovani di ogni età che s’appartano, senza vergogna o timore e si bucano. Le mamme con al seguito i bimbi fanno lo slalom tra gli aghi sporchi e non è difficile imbattersi in qualche giovane disteso a terra, in overdose. Tra le scalette di un condominio, oppure basta saltare il muretto a secco innalzato anni fa dagli stessi residenti per non vedere lo scempio, accanto alla cabina Enel e alle inferriate dell’asilo, il bunker. Dalla mattina presto fino a tarda notte, raccontano schifati ed indignati i cittadini, tra donne e anziani, la scena del film è identica. Gli operatori della De.Vizia, incaricati da sempre anche alla raccolta forzata delle siringhe e degli altri rifiuti, sono stanchi di assistere ogni giorno al degrado: «Alcune volte – raccontano due coniugi da 30 anni residenti in via Betto Alliata – passano le macchine di polizia e carabinieri, il fuggi fuggi generale e poi dopo poco, tornano a bucarsi. Tra l’altro, anche dentro il condominio troviamo siringhe, le buttano dentro come niente fosse. Siamo stanchi, stufi e completamente abbandonati da tutti».

 

IL CROCEVIA DEI DROGATI. Il monumento del degrado rappresentato dall’ex Circoscrizione di via Cinquini fa bella mostra tra il parco del Colle di San Michele e lo sterrato tra via Serbariu e le case incastonate tra via Cornalias e via Brianza. La disputa “Comune di Cagliari e A.r.e.a (ex Iacp)” su quello stabile, un tempo meta abituale dei tossicodipendenti, è sempre accesa. Probabilmente sarà demolito – aveva fatto intendere il sindaco Massimo Zedda – durante l’ultima riunione con i cittadini, in parrocchia S.Massimiliano Kolbe, a cui aveva preso parte anche Don Carlo Follesa, al suo posto tra i progetti mirati forse un centro sociale, in mezzo giardinetti e panchine, ma sta di fatto che sono in tanti a sollecitarne un intervento urgente. Intanto, nel corso degli anni il valzer di candidati e politici di turno non s’è fatto attendere, come raccontano gli stessi residenti della zona. La realtà sembra essere un’altra, qui si ha paura, di uscire, di passeggiare, di andare a fare la spesa per timore di essere seguiti, aggrediti, scippati, come spesso accade. L’identikit dell’eroinomane di turno è facile, arrivano anche e soprattutto dai centri limitrofi, si acquista la dose a poche decine di euro, siringa in mano prelevata dai distributori automatici delle farmacie e ci si droga, per strada, nelle panchine, in piazza. Per ora, da San Michele le brutte notizie sono sempre dietro l’angolo, incoraggia il fatto che strade e piazzette siano state asfaltate, alcune nuove aree verdi sorgono ai piedi dei palazzi, ma non è tutto. O meglio, è ancora troppo poco. Servizio curato dal giornalista/fotografo, Alessandro Congia preprod.castedduonline.localmente.it

 

 


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