San Gavino e il fenomeno murales, come cambia volto una città

Le belle storie di Cagliari Online. Un gruppo di ragazzi che, dopo la morte di un caro amico, Simone, decide così di colmare quel vuoto unendosi e abbellendo la propria città, come lui avrebbe voluto. Nasce così l’associazione Schizzo e il progetto murale che sta cambiando volto a San Gavino


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Riscrivere la storia di un paese partendo dall’espressione artistica. A San Gavino Monreale c’è un gruppo di ragazzi che ha deciso di far cambiar volto, ma soprattutto pelle, al centro che li ha visti nascere e crescere. Il fenomeno “murales” e “street art” spopola nel paese del Medio Campidano, una bella storia che sta facendo il giro del mondo grazie ad un nutrito gruppo di artisti locali, che avvisano: “Non abbiamo alcuna intenzione di fermarci, perlomeno fino a quando ciò che facciamo verrà apprezzato”. 

E come non rimanere incantati di fronte all’enorme spirito di iniziativa e sacrificio, alla passione che quotidianamente viene messa a disposizione per il bene comune della cittadina, alla genialità e alla tecnica di questi ragazzi. Ma come nasce il fenomeno? A spiegarlo sono Ivan Licari e Riccardo Pinna, due rappresentanti del gruppo: “Tutto è iniziato un po’ per caso, nel 2013 viene a mancare un ragazzo molto giovane e ben voluto, Simone Farci (Skizzo), e ci ritroviamo con un enorme vuoto da colmare – raccontano i due. Inizialmente organizziamo un evento di musica e cucina (le sue passioni), il successo è tale che la raccolta fondi si conclude con un piccolo tesoretto di qualche centinaio di euro, a quel punto pensiamo, perché non utilizzarlo per qualcosa che possa piacere alla gente?”. 

Sulla spinta dall’entusiasmo e con l’ambizione di sorprendere ed appagare i concittadini, i ragazzi inizialmente pensano al ripristino degli arredi urbani, o ai giochi pubblici per i più piccoli, poi l’illuminazione: “Improvvisamente a qualcuno viene in mente che Giorgio Casu (Jorghe), un caro amico e artista di fama internazionale, pittore e muralista giramondo, ama trascorrere i mesi estivi a casa sua, lo contattiamo e la folle idea inizia a prendere forma, in pochi giorni si organizzail cantiere, si monta il ponteggio, si ripara la parete prescelta e in un attimo cominciano ad intravedersi le prime tracce di colore, il sogno ha finalmente inizio”. Cinquanta metri quadri di colori e magia che prendono vita in pieno centro cittadino, tutto il paese contribuisce a modo proprio, il risultato è esaltante, emozionante.

 “Iniziamo a vedere la comunità rivitalizzarsi, conquistiamo nuovi spazi strappati al degrado – spiegano ancora i ragazzi – ma soprattutto non ci fermiamo alla prima opera, puntiamo, senza perdere tempo, immediatamente al futuro, al nuovo progetto, un mega murale di oltre duecento metri quadri presso la vecchia stazione ferroviaria abbandonata”. 

È un nuovo successo, l’opera che raffigura Eleonora d’Arborea è spettacolare e fa il giro del web, si inizia a parlare di San Gavino come del paese dei murales, la soddisfazione degli addetti ai lavori fa premere sull’acceleratore, è la volta della riqualificazione di un’altra area abbandonata: la Piazza Salvo D’Acquisto.

“Sull’ondata dell’entusiasmo, abbiamo unito le forze, ed è così che ci siamo ritrovati a collaborare con le associazioni RIP/ART, KeneMeri, Consulta Giovanile e Stazione Culturale, contribuendo ai progettidi Andrea Meli in piazza Mameli, Andrea Casciu, La Fille Bertha, Crisa, Ericailcane (Belluno), Bastardilla (Colombia) e Spaik(Messico), che ci onorano delle loro fantastiche opere e consentono il salto di qualità”. 

Il risultato è oramai scontato, uno spettacolo per gli occhi e per la mente, un coro unanime ad esaltare le gesta di questi ragazzi, di San Gavino si parla a livello internazionale, e questo pare giovare anche sotto l’aspetto turistico. “Ad un certo punto del nostro percorso abbiamo sentito la necessità di creare l’associazione SKIZZO che rappresentiamo, con l’intento di far diventare il movimento adulto, maturo al punto che si comincia a delineare una vera e propria corrente Sangavinese, uno stile unico che ci contraddistingue – concludono i due – ci collochiamo tra il muralismo tradizionale sardo, quello messicano e la street art metropolitana, trasformando San Gavino in un museo ‘en plein air’”. 

Una storia che parla di rinascita, di riscatto non solo personale, non solo artistico, talvolta sociale. Oggi, a distanza di neppure 3 anni, i cittadini iniziano ad offrire volontariamente le proprie pareti per la causa e in tanti si rendono partecipi nel sostenerla. 

Skizzo, in memoria del quale nacque tutto, probabilmente si starà chiedendo se il semplice sogno di ricordarlo da parte degli amici più cari, non sia un po’ sfuggito di mano a questi intrepidi ragazzi, magari, in fondo, con il sorriso tra le labbra e con un filo di soddisfazione, gongolerà alla vista di come la mutazione di colori stia investendo il suo paese: “Fino a quando non realizzeremo il sogno di vivere in un posto più bello, il posto dove abbiamo scelto di trascorrere il resto della nostra vita, noi saremo qua a donare un po’ di colore alle giornate dei nostri concittadini”.

Fabio Leo

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


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