L’ansia, mista alla rabbia e anche all’attesa, giorno dopo giorno sempre più snervante, che si muova qualcosa a livello giudiziario, si è impadronita in parte delle vite di Antonio Martinom cuoco, e Giuseppe Cirronis, autotrasportatore. I due, cognati, due mesi fa sono stati legati e rapinati da tre malviventi che sono entrati nella casa di campagna di Cirronis. Quest’ultimo, legato con delle fascette, era riuscito a liberarsi ma aveva dovuto dare ad uno dei ladri il portafoglio, mentre Martino era addirittura dovuto ricorrere alle cure dei medici in seguito alle botte ricevute. Per quel fatto, i carabinieri hanno arrestato un cinquantaquattrenne, Fabrizio Ariu. Le indagini non sono ancora state chiuse e si cercano ancora i due complici di Ariu: “Vogliamo giustizia, speriamo nella giustizia”, dicono, all’unisono, le vittime. “Conoscevo l’aggressore arrestato, veniva spesso a casa perchè era amico di mio figlio”, spiega Cirronis. “Gli avevo detto, però, da un po’ di tempo, di non frequentarlo più”. Un sesto senso? Forse: “Non gli ho mai fatto nulla, non so perchè mi abbia picchiato e derubato con altre due persone. Da quel giorno non resto più da solo in casa”. Ancora molto provato anche Antonio Martino: “Quel 25 febbraio è successo tutto all’improvviso, eravamo tranquilli nell’abitazione di campagna e stavamo già dormendo quando abbiamo sentito dei rumori”. Poi, il caos e la violenza.
Le indagini non sono ancora chiuse, i due attendono di varcare la soglia del tribunale per il processo e ottenere giustizia. Ad assisterli è l’avvocato Ignazio Ballai: “Stiamo attendendo la chiusura delle indagini, poi sono pronto a far valere le ragioni dei miei due assistiti in fase processuale”.