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Il poker di temi della Lega va bene anche per Cagliari e la Sardegna. Certo, ci sono le “novità” come la continuità territoriale, “è lì da vedere, bisogna garantire il diritto a spostarsi senza pagare un occhio della testa” e le “confessioni” come i gusti musicali, “nel mio mp3 ho ‘No potho reposare’ cantata da Andrea Parodi, è bellissima”. Per il resto, Matteo Salvini sbarca a Cagliari rispolverando i punti-chiave del programma da tradurre in realtà nel caso la Lega riuscisse ad andare al governo. “Anche nell’Isola c’è il business dell’immigrazione, bisogna difendere gli albergatori che lavorano con i turisti e non con gli immigrati clandestini, mantenuti dallo Stato per non fare nulla tutto il giorno. Bisogna tutelare anche i pastori sardi”.
E poi, è tutto un elogio a quella stessa Isola apostrofata – non molti anni fa dai leghisti – come parte della “terronia”. “I sardi hanno una lingua, una bandiera e un’identità tramandata nel tempo, ho rispetto per la loro storia. I ragazzi sardi non devono più scappare via per lavorare, anche questo è il segno del fallimento della politica regionale e nazionale, che discrimina l’Isola tenendola in un angolo”.