
Doveva essere una crisi balneare e invece rischia di essere il colpo fatale per un governo che, per gli enormi numeri di maggioranza, sembrava destinato a veleggiare tranquillo fino a scadenza naturale. Lo strappo dei 5 stelle, che non hanno votato la fiducia a Draghi non votando il dl Aiuti, difficilmente potrà rientrare. Oggi, nel consiglio nazionale riunito ancora una volta, Conte ha detto che “non abbiamo votato non per mancanza di fiducia in Draghi ma per le costanti umiliazioni subite”, che poi è molto peggio. E ha aggiunto che senza chiarezza i ministri 5 Stelle usciranno dal governo. Una mossa forzata da parte dell’ex premier che in pochi giorni è letteralmente crollato nei consensi, del 74%, ma che ha le mani legate dalla base che di ammorbidire le sue posizioni non ne vuole proprio sapere. Intanto, però, i grillini rischiano una nuova scissione interna: una trentina di parlamentari sono pronti a votare la fiducia a Draghi per provare a sopravvivere all’onda lunga che rischia di travolgere le poltrone di tutti.
Il Pd continua a fare appello ai 5 Stelle a restare, mentre Renzi dice che sta lavorando giorno e notte per un Draghi bis ma senza il Movimento, o quel che ne resta. Infine, il centrodestra: Forza Italia, la più cauta nel chiedere le elezioni rispetto a Lega e Fratelli d’Italia, mette una condizione precisa al Draghi bis, ovvero che sia senza i grillini. Altrimenti, anche per i berlusconiani non c’è alternativa alle urne.