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I posti in meno? Portano, principalmente, a un calo dei guadagni. In nome della sicurezza, dentro le discoteche (per quanto le nuove regole decise dalle Regioni parlino espressamente di balli consentiti solo all’aperto), bisognerà comunque adattarsi. Non certo dal quindici giugno, almeno per quanto riguarda il locale gestito, a Cagliari, da Nicola Schintu: “Sarà una ripartenza in salita, queste regole non rispecchiano il nostro modo di lavorare. Anche se facessi entrare meno persone, nessuno vorrebbe mai stare in una zona vuota del locale per rispettare le distanze di due metri, tutti vogliono interagire e socializzare. I biglietti e le prenotazioni online, poi, non appartengono proprio al nostro mondo”, sbuffa Schintu, “potremmo farlo solo se c’è un ospite e la serata deve andare al cento per cento”. Ma il pensiero principale riguarda la clientela: “Non posso controllarla con dei cani da guardia o trasformando i buttafuori in sceriffi”.
“All’inizio della settimana prossima incontreremo il presidente della Regione, Christian Solinas: porteremo alcune proposte per ripartire meglio e in sicurezza. Se non si potrà mantenere la distanza mascherina obbligatoria per tutti, zona bar con separatori in plexiglass e una campagna di sensibilizzazione con regole chiare per i clienti, in modo che per loro possa diventare un’abitudine frequentare, senza rischi, una discoteca. Nel privè, inoltre, ci hanno chiesto di portare la distanza di sicurezza da ottanta centimetri a un metro”.