Da Capoterra una storia che fa riflettere: addio all’unico, storico edificio in “ladiri”, la storia sacrificata sull’altare probabilmente di nuovi parcheggi. Ma è una vera e propria rivolta popolare, quella che si sta sollevando nelle ultime ore. Perchè quella costruzione in mattoni di terra cruda non soltanto ha 70 anni. Non soltanto è nel cuore del paese. Ma il Comune avrebbe deciso di demolirlo con una decisione che fa davvero discutere. Tutto è cominciato dall’incendio dei giorni scorsi: il tetto in travi di legno e canne è andato a fuoco. “E l’amministrazione comunale di Capoterra ha per questo deciso- dice un comitato di cittadini- dopo l’intervento dei vigili del fuoco, di demolire l’edificio di due piani posto tra il corso Gramsci e la via Diaz. L’edificio aveva oltre 70 anni ed era costruito in “ladiri”. Il Comune non è dotato di piano particolareggiato e quindi ai sensi dell’art. 52 delle NTA del PPR i lavori permessi erano quelli di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo, e quindi non le opere di demolizione. La fretta di demolire l’edificio è “presumibilmente” dettata dal fatto che il centro storico è carente di parcheggi in seguito alla pedonalizzazione di parte del Corso..e guarda caso la fortuna ha voluto che l’incendio si sia verificato in un’area comunale dove dovevano sorgere alcuni parcheggi. Ora con la demolizione dell’edificio l’area da utilizzare è pressoché raddoppiata”. E allora giù lo storico edificio in ladiri, l’unico ancora presente nel centro storico del paese, perchè ritenuto poco sicuro. E forse anche perchè la storia, in un paese sempre dominato da appalti e affari edilizi, non ha mai contato quanto l’edilizia.