Risposte per Su Stangioni: non è bello aspettare la morte dei nonni

Tutte le contraddizioni dell’urbanistica a Cagliari dopo l’ultima uscita del sindaco Massimo Zedda

Sarà un bel souvenir per Casteddu. Io ho perso due dei nonni da piccolo e mi auguravo che non morissero mai, sono una tale risorsa per le famiglie, educativa, sociale, economica, spero che si inventi un elisir che gli doni l’immortalità. Che ci si debba rivolgere al destino, esoterico/politico, per risolvere i secolari (in senso religioso/ideologici) mi pare alquanto ridicolo e fa sorridere. Aspettando la città dei giovani, la città universitaria, quella specie rara, introvabile, millenaria nei dibattiti La Città Metropolitana, da non confondere anche in questo caso con le aspirazioni Metropolitan/Religios/ideologiche, dello spaccare il pelo in quattro in relazione alla perfezione perfetta. Signori consiglieri, avete in mano le sorti di una serie d’interventi normativi che, evitando le ideologiche contrapposizioni siano il metro di valutazione di un’intera legislatura: il Piano Urbanistico Comunale, il Piano Urbano del Litorale ed il Piano Particolareggiato del Centro Storico. Il P.U.C. andrebbe adeguato al P.P.R., del P.U.L. forse è meglio neppure accennare. Dei tre il P.P.C.S., anche solo con i previsti frazionamenti degli immobili, di dimensioni ormai inadeguate ai canoni odierni, 130 persino 200 mq ed altezze doppie rispetto alle attuali, nell’area identificata come centro storico sarebbe un toccasana. Non parlo solo di Castello, Marina, Stampace ma dell’intera matrice del Centro Storico – Pirri e la Palma etc. Il P.P.C.S. adottato dal Comune è in attesa di approvazione. Solo per farlo notare sono passati all’incirca tre anni di legislatura. Pare, anche in questo caso, si voglia spaccare il capello in quattro.

Noto altresì una continua diminuzione degli abitanti, vedo il centro sempre più zona di solo ed esclusivamente di ristorazione, neppure più centro commerciale. Dal centro si costruisce: la città Universitaria, la città da rivivere, la città dove le famiglie possono rientrare e farla rivivere. Come si può pensare, al netto della speculazione e dei costi degli immobili, che in Castello vivano circa 800 persone (non 10.000 di un tempo). Un quartiere muore se non vi è “la gente”. Non dimentico i Vuoti Urbani, li ho ben presenti. Io reitero che per l’ennesima volta l’appello ripartite da lì. Lascio per oggi la questione de Su Stangioni, mi guardo bene dal pensare ad uno sviluppo che consumi ulteriormente il territorio, oltre tutto non serve. Vorrei però che fosse data una risposta chiara e netta a chi per tanto tempo ha investito e sperato di possedere una casa a Su Stangioni. Qual è la risposta ineccepibile giuridicamente. Dare terreni altrove? Nel frattempo giacciono ancora in discussione scelte strategiche e progetti strutturali di sviluppo. Atti che sono, a mio modesto avviso, propedeutici al ripopolamento di Cagliari. Siamo arrivati a 146.000. Attendere oltre è sbagliato, seppure la perfezione indomita ed irrefrenabile sia auspicabile. Non sarà perfetto ma qual’è l’altra soluzione: attendere che muoiano i nonni per abitare le loro case. Spero di no. Non ci piace per nulla. Gli vogliamo bene e tanto. Gianfranco Carboni


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