Il centrodestra accorcia le distanze, i voti di scarto fra Paolo Truzzu e Alessandra Todde da 2.600 scendono a una forbice fra i 600 e gli 800, 5 Stelle e Pd dicono che il ribaltone è impossibile ma intanto Fratelli d’Italia avverte: dai mille voti di scarto in giù valutiamo il ricorso al Tar.
La tempesta post elettorale perfetta travolge inaspettatamente la Sardegna: una cosa così, non era mai successa. Lunedì scorso, 22 seggi non avevano completato lo scrutinio: schede richiuse, rimesse nelle urne e portate negli uffici circoscrizionali dei tribunali di Cagliari e Sassari per il conteggio. Nel frattempo, il Campo largo aveva celebrato la vittoria con i leader nazionali Conte e Schlein, arrivati a Cagliari per festeggiare già la sera dello spoglio, facendo nottata fra migliaia di sostenitori in strada con cannonau, mirto e canti sardi.
Intanto, però, nei tribunali è iniziato l’esame di quei 22 seggi. E già ieri pomeriggio, sulle chat degli addetti ai lavori rimbalzavano numeri, ipotesi, calcoli e addirittura si ventilava per qualche minuto un vantaggio del candidato del centrodestra. Smentito poi già oggi, non solo dal Campo largo ma anche dallo stesso centrodestra, che però intanto invita gli avversari politici a ridimensionare le sue certezze, anche in vista di un possibile riconteggio di tutte le schede, cosa finora mai accaduta.
“Siamo consapevoli del margine di vantaggio che ha Alessandra Todde e non pensiamo che con lo scrutinio dei 22 seggi mancanti ci sarà un ribaltone. Sappiamo invece che Paolo Truzzu può recuperare un buon numero di voti. Una volta che il numero di voti di scarto fra i due candidati sarà ufficiale, dopo il controllo in corte d’appello a Cagliari, decideremo il da farsi: dai mille voti di scarto in giù, valuteremo il ricorso al Tar, tenendo anche presente il numero elevato delle schede nulle”, dice il deputato meloniano Sasso Deidda.
Per chiedere il riconteggio di tutte le schede è necessario presentare un ricorso al Tar entro 30 giorni dalla proclamazione ufficiale degli eletti da parte della corte d’appello di Cagliari. Se il Tar ritenesse validi i presupposti di un eventuale ricorso, potrebbe decidere per il riconteggio di tutte le schede e, nel caso in cui il risultato fosse diverso da quello ufficializzato dalla corte d’appello, procedere con la proclamazione del nuovo presidente. Ma nel frattempo, gli eletti si insediano e governano.
Il Campo largo incrocia le dita e ostenta sicurezza, escludendo che ci possa essere una qualche sorpresa dalle urne ancora da scrutinare e blinda l’alleanza anche in Abruzzo, su quello che ormai viene definito il modello Sardegna. “Ci basta vincere in Abruzzo anche con un minimo scarto. L’importante è che ci sia un rinnovamento per questa terra”, dice Conte. “Il ribaltone è impossibile”, ripetono gli staff di entrambi.
In serata, l’intervento del deputato del Pd Silvio Lai contro quelle che definisce intimidazioni da parte del centrodestra. “Si assiste in queste ore a dichiarazioni inappropriate quanto avventurose da parte di esponenti della destra in Sardegna circa ordine pubblico e possibili ricorsi su dati ufficiali che ancora non esistono”, dice Lai. “I fatti sono semplici: i tribunali non hanno completato i conteggi delle sezioni che non erano state concluse nei seggi così come sono da verificare le schede contestate il cui numero complessivo non è ufficiale. Dopo di che ci sarà la proclamazione di presidente e consiglio regionale. L’auspicio è che i tanti esponenti del centrodestra che si lanciano in speculazioni e velate minacce – prosegue Lai – attendano serenamente che queste procedure si concludano per poter discutere dei dati ufficiali: creare questo clima non può che far male alla fiducia dei cittadini nei confronti delle elezioni. Sono tanti i casi di elezioni regionali in cui la differenza è stata persino inferiore di quanto avvenuto in Sardegna senza che si sia assistito a tentativi di delegittimazione come quelle di queste ore. Altrimenti viene in mente che ci si trovi davanti ad un tentativo di incutere timore in chi sta facendo in queste ore il proprio dovere e questo dovrebbe richiamare immediatamente l’attenzione dei ministeri competenti a tutela dei servitori dello Stato. Meglio terminare un inutile e dannoso palleggio prima di eccedere”, conclude il parlamentare dem.