Referendum, giunta Pigliaru ko dopo il No: un assessore si dimette

Scatta il rimpasto dopo la vittoria del No: l’assessore Demuro lascia la giunta Pigliaru, si dimette. In bilico anche Falchi


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Rimpasto nella giunta Ligliaru dopo la vittoria del No al referendum. Si dimette l’assessore agli Affari generali Gian Mario Demuro. “Ha firmato gli accordi-patacca, ha regalato a Renzi 700 milioni di euro che spettavano ai sardi, ha alzato bandiera bianca su Tirrenia e sulla continuità aerea e ha perfino rinunciato agli effetti delle nostre vittorie davanti alla Corte Costituzionale nei confronti del Governo. Il sì di Pigliaru al referendum, bocciato dal 72% del sardi, è solo l’ultimo capitolo della politica scellerata dal primo presidente della Regione che ha rinnegato l’Autonomia”. Così Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia, commenta le dimissioni dell’assessore Demuro dopo l’esito del referendum. “Se saranno confermate – prosegue il forzista- apprezzeremo almeno la coerenza del professor Demuro, ma il presidente della Regione non pensi di nascondersi dietro il gesto del suo collega e di fuggire da una questione politica che lo vede in minoranza sia nella sua coalizione che, fatto ben più rilevante, fuori dal palazzo. La rottura – prosegue l’esponente azzurro- non si è consumata su una quisquilia, ma riguarda il cuore della nostra Autonomia e dei rapporti tra lo Stato-Regione. Da domenica – prosegue l’esponente azzurro- come potrà essere credibile nelle trattative con Roma un presidente sottomesso, il cui servilismo è stato sconfessato dal 72% dei sardi? Il timore è che egli passi dal servilismo verso Renzi alla sudditanza verso gli alleati del centro-sinistra. Prima si è appiattito sulla linea del Governo, ora, pur di stare seduto sulla poltrona, si farà commissariare dai feudatari della sua maggioranza composita ed eterogenea. Tradotto in parole semplici: immobilismo politico totale e distribuzione industriale di assessorati, incarichi e azioni di piccolo cabotaggio per mantenere in aula quei numeri che non ha fuori dal palazzo”.


In questo articolo: