Recital di Stefano Figliola e Caterina Goglione a Cagliari

Auditorium del Conservatorio, Cagliari


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Tutto il fascino dello strumento a tastiera per un duplice appuntamento sotto le insegne della Stagione Concertistica 2017 degli Amici della Musica di Cagliari: DOMANI (giovedì 8 giugno) alle 18 all’Auditorium del Conservatorio di Musica “G. Pierluigi da Palestrina” di Cagliari il recital del pianista Stefano Figliola sulle note di Claude DebussyLudwig van Beethoven e Franz Liszt, mentre martedì 13 giugno sempre alle 18 sarà la volta di un’altra raffinata interprete, l’artista bresciana Caterina Goglione, che suonerà musiche di Wolfgang Amadeus MozartLudwig van Beethoven e Fryderyck Chopin e – in prima esecuzione assoluta – i Trois Impromptu pour piano di Carlo Francesco Defranceschi.

Riflettori puntati quindi  – DOMANI (giovedì 8 giugno) alle 18 sul maestro Stefano Figliola (diplomato al Conservatorio “Santa Cecilia“ di Roma e perfezionatosi con artisti come Dino Ciani e Carlo Zecchi, vincitore di prestigiose competizioni pianistiche, docente al Conservatorio di Sassari prima e ora all’Istituto di Alta Formazione Artistica e Musicale cagliaritano) che proporrà un intrigante e virtuosistico repertorio, tra Romanticismo e suggestioni impressionistiche, con un omaggio allo spirito anticipatore del genio beethoveniano.

Incipit avvincente con la celebre Suite Bergamasque di Claude Debussy in quattro movimenti, Prélude, MenuetClair de lune Passepied – scritta nel 1890 e pubblicata da Choudens nel 1891, quindi appartenente al primo “pianismo” del compositore, ma rielaborata dall’autore quattordici anni dopo e ristampata da Fromont nel 1905 nella nuova versione, in cui il gusto settecentesco si stempera nello stile innovativo e potentemente evocativo dell’artista francese.

Il Prélude rappresenta un dichiarato omaggio all’arte dei grandi clavicembalisti del XVIII secolo, con un esordio solenne e molteplici rimandi alle toccate barocche oltre a soavi dialoghi sonori sulla tastiera, poi una sezione fantasiosa e bizzarra, quasi un’improvvisazione, e un suggestivo inciso prima della ripresa, per un raffinato gioiello musicale dalle atmosfere rarefatte e incantevoli armonie. Il Menuet (Andantino) richiama le metriche danzanti, con un tema arcaicizzante e un gioco di accordi impreziosito da una squisita melodia, in una sapiente mescolanza di elementi ritmici e note suadenti, da cui riaffiorano echi delle timbriche e dinamiche del clavicembalo, tra passaggi quasi virtuosistici e un’eleganza antica e misteriosa.

La magia del Clair de lune, liberamente ispirato all’omonima poesia di Paul Verlaine, conduce ad una dimensione incantata e sognante, dall’immaginifico tema iniziale, al tempo rubato, in una sequenza di accordi, ai suggestivi arpeggi, a tratteggiare la trama invisibile di un racconto sospeso, un segreto gioco di maschere in chiave lirica, sorprendente ed emozionante.

Finale a tempo di danza, con il Passepied che fonde una grazia settecentesca a sonorità esotiche, per reinventare un ballo originario della Bretagna del Cinquecento ma ricorrente nella musica strumentale settecentesca, da Couperin a Bach, tra marcati accenti ritmici e variazioni armoniche, in un singolare affresco di un momento di festa dal sapore quasi medioevale.

La splendida Sonata per pianoforte n. 15 in Re Maggiore, op. 28 di Ludwig van Beethoven, meglio conosciuta con il titolo (apocrifo) di “Pastorale”, ripropone l’architettura classica in quattro movimenti, dall’Allegro iniziale costruito in forma-sonata, all’Andante in re minore, allo Scherzo. Allegro vivace per chiudere con unRondò. Allegro ma non troppo, in una chiave intimistica e densa di poesia.

Le idee musicali paiono fluire l’una nell’altra, senza visibili contrasti, nell’Allegro che apre la composizione fin dall’esposizione del primo tema, una delicata linea melodica prima discendente e poi ascendente, con il caratteristico bordone affidato al pedale, e la transizione al secondo tema, con un interessante gioco armonico, tra anticipazioni e presentimenti in una rigorososa eppure originale scrittura secondo il modello della foma-sonata.

L’Andante, di più ampio respiro, suggerisce un’inclinazione meditativa, una profonda quiete interiore, tratteggiata con una timbrica peculiare, dove le note di basso creano una sorta di alone, un’interna risonanza intorno al tema principale, riproposto con squisiti arabeschi e ricami melodici, in una pagina di grande suggestione e felicità d’invenzione.

Il tono elegiaco lascia spazio allo Scherzo, brillante e quasi epigrammatico, in cui affiorano echi di strumenti campestri, preludio al Finale in forma di Rondò (Allegro ma non troppo) proiettato in una dimensione idilliaca da cui emergono stilemi “pastorali”, rimandi a un immaginario mondo agreste, con una chiusa vorticosa tra un crescendo e una dissolvenza, e un nuovo episodio vivace culminante in un doppio accordo, a suggellare un immortale capolavoro del maestro tedesco.

Chiuderà l’assolo di Stefano Figliola all’Auditorium del Conservatorio di Cagliari la Sonata in si minore (S.178) di Franz Liszt, composta tra 1852 e il 1853 a Weimar e pubblicata nel 1854 da Breitkopf & Hartel a Lipsia, con una dedica a Robert Schumann (il quale aveva a sua volta dedicato a Liszt la Fantasia op. 17): una partitura virtuosistica, trasfigurazione di una forma classica su cui si impone la struttura ciclica per restituire organicità al trattamento del materiale tematico secondo la nuova estetica delle avanguardie del XIX secolo.

Eseguita per la prima volta da Hans von Bülow nel gennaio 1857 a Berlino, la Sonata si apre con l’esposizione dell’intero nucleo melodico, con i temi principali da cui si irradiano molteplici variazioni ritmiche e suggestivi cromatismi, a partire da un incipit Lento assai costruito sulla scala ungherese discendente, elemento reiterato in seno alla composizione, fin «sulle soglie del silenzio» nelle note conclusive, in un’atmosfera di sospensione, senza catarsi.

Il travolgente e incisivo Allegro alterna due motivi, uno teso e vibrante, l’altro venato d’inquietudine, presago di pericoli, in un gioco di contrasti che conduce alla solennità del Grandioso, e una nuova alternanza in cui il pathos si stempera in ritrovata grazia, con un ulteriore cambio di registro verso la magia di un notturno, culminante in una cadenza densa di trilli.

Nell’Andante sostenuto i conflitti si placano, in un clima di interiore serenità che volge in preghiera, in nuove combinazioni e giustapposizioni dei temi, che appaiono ora intense e drammatiche, ora più soavemente liriche, come nel Quasi Adagio, mentre una dissolvenza con il ritorno del primo tema segna il passaggio all’Allegro energico che funge da Scherzo, in una ripresa dei temi con un fugato sulfureo, e ulteriori variazioni armoniche e ritmiche, culminanti in un vorticoso e virtuosistico crescendo fino alla riproposizione del tema iniziale in un tempo Lento assai – alfa e omega della Sonata lisziana.

Un’opera potente e suggestiva, di grande impatto, affidata alla sensibilità dell’interprete e alla sua capacità di dar voce al complesso materiale sonoro, disposto secondo una grammatica nuova, quasi a creare un’architettura prima impensabile e svelare inedite possibilità espressive dello strumento a tastiera, con la cifra inconfondibile di Franz Liszt.

 

L’arte del pianoforte sarà al centro martedì 13 giugno alle 18 all’Auditorium del Conservatorio di Cagliari con il recital di Caterina Goglione: l’artista bresciana (classificatasi ai primi posti in importanti competizioni pianistiche nazionali e perfezionatasi con Carl Seeman, Paul Badura Skoda, Sergio Marengoni e Aldo Ciccolini), accanto alla famosa Sonata in Fa Maggiore K 332 di Wolfgang Amadeus Mozart e alle suggestive 12 Variazioni su un tema di Haibel (da “Le nozze disturbate”) WoO68 di Ludwig van Beethoven, proporrà – in prima esecuzione assoluta – i Trois Impromptus pour piano di Carlo Francesco Defranceschi(Brize de revesTiède sans horizon e Clémentes éphémérides) per chiudere in bellezza con il Notturno n. 1 op. 9 in si bemolle minore (Larghetto), l’Impromptu n. 1 op. 29 in La Maggiore e infine lo Scherzo n. 1 in si minore (Presto con fuoco) di Fryderyck Chopin.

 


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