Rastelli: “Sono qui per vincere. Il Cagliari? Per me è il massimo”

Si è conclusa la conferenza stampa di presentazione del nuovo tecnico del Cagliari: ecco le parole di Rastelli, Giulini e Capozucca


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È il giorno della presentazione del nuovo allenatore del Cagliari. Da ieri pomeriggio, Massimo Rastelli è infatti il nuovo tecnico rossoblù. Tommaso Giulini lo ha strappato all’Avellino con un vero e proprio blitz in stile Cellino per portarlo in Sardegna. A lui, ed al suo staff in accordo con la società, il compito di riportare la squadra immediatamente e nuovamente nella massima Serie.

Con Massimo Rastelli arrivano anche il suo vice Dario Rossi, il preparatore dei portieri David Dei e il preparatore atletico Fabio Esposito.
Poco fa le prime parole in rossoblù per il tecnico campano durante la conferenza stampa di presentazione presso la sala convegni dell’Hotel Regina Margherita. Presente anche il patron Tommaso Giulini.

Ecco le considerazioni e le risposte alle domande dei tanti cronisti presenti da parte dei protagonisti.

Massimo Rastelli

I primi contatti ci sono stati lunedì sera intorno alle 22. Mi ha telefonato il presidente per chiedermi disponibilità per una chiacchierata. Martedì mattina sono andato a Milano, e dopo una chiacchierata a 360 gradi il presidente ha deciso che io diventassi il nuovo allenatore del Cagliari. I rossoblu erano a conoscenza della mia situazione contrattuale ma hanno fatto di tutto per portarmi qua. Sono passati tre giorni estenuanti ma ce l’abbiamo fatta. Il presidente ha scelto me perché è convinto che sia l’uomo giusto per portare il Cagliari in A, subito. Già dal ritiro cercheremo di organizzare tutto per fare una stagione da protagonisti. Da oggi in poi inizieremo a parlare dell’organico a disposizione e valutare nuovi nomi. Io conosco una sola ricetta: lavoro e risultati, cercando di mettere in campo i miei valori e principi. So di rappresentare una regione intera. La maglia del Cagliari è pesante e gloriosa.

Vogliamo fare risultati alti. Ringrazio presidente e direttore sportivo. Per me questa è una grande opportunità. C’è bisogno del giusto mix. Noi siamo il Cagliari e siamo costretti a vincere ogni gara. Tutti giocheranno alla morte contro noi. Necessitiamo di giocatori di qualità ma che abbiano fame. Serve gente di personalità che supporti giovani. In sei anni che faccio l’allenatore ho sempre raggiunto gli obiettivi, perciò mi reputo un vincente. Credo che la società se abbia scelto me lo abbia fatto per la mia esperienza nella categoria, occorre conoscerla come le tue tasche per trasmetterla ai tuoi giocatori. Non mi ritengo assolutamente una seconda scelta. Quella traversa a Bologna ha cambiato la storia della stagione: saremmo andati i finale. Per quanto riguarda Cossu e Pisano sono delle bandiere, ma vedremo poi. Non sono un integralista, ho impiegato diversi moduli ma lavoro soprattutto col 3-5-2 e 4-3-1-2. Mi piace lavorare sulle individualità, non importa se sua giovane o no. Voglio migliorare i ragazzi, e questi lo apprezzano.

Alla Juve Stabia, mia prima esperienza, avevo le stesse condizioni di oggi: una piazza esigenze e la necessità di costruire qualcosa di importante. Non voglio parlare di mercato, di solito mi rapporto con la mia società privatamente. La Serie B è imprevedibile, banalmente direi che Catania e Cesena potrebbero essere due squadre sulla carta che insieme a noi dovrebbero giocarsi la promozione diretta. In B possono esserci grandi sorprese vedi Carpi e Frosinone. L’Avellino era al corrente della possibilità di una chiamata da parte di un club irrinunciabile, è il Cagliari per me è irrinunciabile, il massimo dal punto di vista professionale. Non ho un allenatore di riferimento, sono io e faccio un calcio che mi contraddistingue.

Mi piace costruire un sistema di gioco sulla base delle caratteristiche dei giocatori che ho a disposizione. Mi aggiorno continuamente e di volta in volta mi adatto alle indicazioni delle partite. Ho rivisto Mario Beretta, prima a Milano poi qua ieri. Abbiamo parlato del settore giovanile. Sta facendo un lavoro diverso e con entusiasmo. Durante il ritiro seguirà gli allenamenti della prima squadra, per capire dal punto di vista mentale cosa serve a me. Il raduno sarà il 12 luglio sera ad Assemini, poi tre allenamento pomeridiani e il ritiro che durerà fino al 31 luglio.

Tommaso Giulini

Volevo iniziare ricordando brevemente per poi dimenticarla la stagione passata, è stato un anno complicato ma vorrei salvare qualche aspetto. Abbiamo creato entusiasmo e dato continuità a una società storica dando lustro a un gruppo coeso e di valore. La società è estremamente considerata a livello italiano. È un passo importante, potevamo arrivare a situazioni brutte ma comunque abbiamo concluso il campionato a 34 punti, a 3 dalla quartultima. Abbiamo vissuto situazioni con gol all’ultimo momento: i casi delle partite contro Atalanta, Empoli, Milan.

Sono successe cose pazzesche: la doppia sfida col Palermo, i gol sbagliati, come quello allo Juventus Stadium. Contro il Palermo, a portieri invertiti, sarebbe andata diversamente. Abbiamo pagato pegno con la sfiga. Occorre dare continuità nel lavoro, e il fatto di aver cambiato allenatori non è stato producente. Ds e altri hanno pagato una stagione deludente, ma li ringrazio. Abbiamo voluto fare al mister un contratto non annuale perché vogliamo andare con lui in A. Avremmo pure potuto salvarci. È stato fondamentale chiudere il campionato al meglio. Se fosse arrivata la salvezza Festa sarebbe rimasto. Avevamo pensato al profilo di Sarri, per una vicinanza di pensiero con Zeman e per il suo staff preparato, vista anche la nostra rosa.

Non vi nego che abbiamo pensato a lui, mentre nego tutti gli altri nomi. Nego anche gli incontri di mercato a Roma. Ora però abbiamo Rastelli e sono molto soddisfatto, convinto della mia scelta. Su Nainggolan è una trattativa importante, che andrà avanti fino agli ultimi giorni. La speranza è non andare alle buste, che preferiremmo non avere. Vogliamo trovare una soluzione. Il nostro approccio come società non deve cambiare, marketing compreso: lo store del Cagliari in centro è un esempio, la Academy con società affiliate idem. Per quanto riguarda ricavi e diritti televisivi saremo in difficoltà l’anno prossimo. Il paracadute non coprirà i costi. Grazie alle cessioni importanti la società sarà tranquilla. Noi rappresentiamo una terra intera, magica, lo dovranno capire i nuovi giocatori e anche quelli che non l’hanno ben capito lo scorso anno. Dovranno tatuarsi addosso questa maglia.

Questo voglio vedere l’anno prossimo. A Cagliari ci si trova bene, ma a me che di trovino bene qui non importa, voglio un atteggiamento per cui sudiamo ogni domenica la maglia. Ci vuole fame. Solo così possiamo risalire subito. Su De Sanctis e Storari sono voci. Vorremmo partire da un giovane, preferibilmente classe ’94, affiancato da uno di esperienza.

Mi sarebbe piaciuto continuare in A con un tecnico sardo, Zola o Festa che fosse. Per la B Festa non conosce la categoria, non potevamo permettercelo. Marroccu un grande, si è fatto da parte perché ha capito i suoi errori. Mi è dispiaciuto che sia andato via. Auguro a lui e Festa il massimo. Con Matteoli dobbiamo parlare la settimana prossima. Vogliamo rinnovare la società per avere nuovi stimoli, e Matteoli c’era dieci anni, ma non vogliamo smantellare il Cagliari dei sardi. Su Cossu e Pisano occorre fare valutazioni, ma ci saranno più di 5 giocatori sardi in rosa.

Mario Beretta ci ha consigliato due giocatori della Reggina, Spina (’98), un centrocampista degli allievi, e poi un difensore di cui non ricordo il nome. Il mister ha un contratto triennale. Tengo a dire che il mister ha un contratto che durerebbe anche in caso di secondo anno di Serie B. Il suo contratto non è legato semplicemente alla promozione, che mi auguro arrivi.

 

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