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“Invitiamo il Deputato Michele Piras e il Senatore Luciano Uras a venire a trovarci per parlare delle vicende legate all’AIAS. Potranno così richiedere e ricevere qualsiasi informazione. Lascino perdere le voci e guardino i fatti insieme a noi. Auspichiamo di unire le nostre sinergie per risolvere i problemi, affinché le dichiarazioni dei due politici non siano solo proclami di comizi elettorali”.
Lo sottolinea il Direttore amministrativo dell’AIAS, Vittorio Randazzo, rispondendo alla nota dei due parlamentari sardi nella quale, si chiede l’intervento del Ministro della Sanità, Lorenzin, per risolvere la vertenza Aias.
“ Porteremo all’attenzione della Corte dei Conti e delle Procure tutte le decisioni o gli atti poco chiari messi in essere contro l’Aias dalla Regione, dall’Assessorato alla Sanità, nonché da tutte le ormai dismesse Asl, che continuano a non dare risposte chiare e soprattutto non danno tempi certi sul pagamento delle fatture, da parte loro e dei Comuni, per i servizi erogati dall’Associazione.
La battaglia è comune. Come Aias abbiamo messo in essere tutti gli atti a nostra disposizione per avere giustizia, visto che da parte della politica che governa la sanità in Sardegna, per ora, non abbiamo avuto risposte.
Invitiamo anche la competente Commissione Sanità del Consiglio Regionale a riprendere il filo della discussione perché, dall’ultima convocazione del 24 maggio scorso, non è cambiato assolutamente nulla.
In questa grave situazione gestionale del sistema sanitario e assistenziale, diventa problematico operare quotidianamente con un Apparato che non consente all’AIAS di evitare conflitti con diversi dipendenti, originati esclusivamente dal ritardo nei pagamenti stipendiali. Inoltre registriamo, non senza forte preoccupazione, come negli ultimi tempi ci sia in alcuni territori di alcune ex Asl, una diminuzione dei pazienti.
Per esempio sembrerebbe che nella ex Asl 7 funzionari medici al momento della visita di controllo dimettano nostri pazienti per poi indirizzarli verso altri Enti erogatori concorrenti dell’AIAS.
Sembrerebbe inoltre che in altre ex Asl, dove è presente l’A.D.I. (assistenza domiciliare integrata), altri funzionari medici dimettano pazienti AIAS in mantenimento ,bi o tri settimanali, per una presunta guarigione e subito dopo questi stessi pazienti, si “aggraverebbero improvvisamente” per poi essere inseriti in A.D.I con frequenza addirittura giornaliera.
Viste queste “strane” dimissioni dei pazienti, e il taglio del 23 per cento imposto dalla Regione per le prestazioni riabilitative, ci sarà una inevitabile riduzione degli organici.
Per quanto riguarda il merito delle contestazioni d’addebito ai dipendenti, ci mancherebbe che l’AIAS dovesse chiedere il permesso a qualcuno per salvaguardare i suoi diritti. Nello specifico non siamo stati noi i primi ad individuare delle fattispecie di reato, ma è stata la ex Asl di Carbonia, nelle persone dei suoi Dirigenti e Legali.
I nostri pazienti e gli ospiti dei nostri Centri sono sempre e comunque al primo posto e voglio assicurare che il servizio che offre l’AIAS da quasi 50 anni non è mai venuto meno, grazie anche alla dedizione dei nostri dipendenti., nonostante tutte le difficoltà.”