Quasi 50mila firme contro l’omofobia:”Gli italiani vogliono una legge”

A un passo dal traguardo l’appello lanciato su Change.org dal comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione che consegnerà le firme alle istituzioni e a Papa Francesco.


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Il traguardo è ormai vicino: tra qualche giorno il Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione raggiungerà l’obiettivo delle 50mila firme raccolte su Change.org per chiedere che la legge contro l’omofobia e la transfobia, ferma da tempo in Parlamento, venga finalmente approvata (https://www.change.org/p/gli-omosessuali-meritano-la-morte-chiediamo-immediate-dimissioni-di-don-pusceddu). 

 Le firme saranno consegnate al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini, al presidente del Senato Pietro Grasso, al premier Matteo Renzi, al ministro della Giustizia Andrea Orlando. Una petizione che arriverà anche a papa Francesco dato che la raccolta firme è nata in seguito a un fatto che riguarda proprio un membro della Chiesa cattolica, don Massimiliano Pusceddu per le sue parole contro gli omosessuali definiti, durante un’omelia, “colmi di ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia, pieni d’invidia, di omicidio, di lite, di frode, di malignità, diffamatori, maldicenti, nemici di Dio”. 

“Mi sembrava assurdo che un prete potesse arrivare a tanto – ha commentato la presidente del Comitato, Aleksandra Matikj – Da credente ero inorridita e ho deciso di lanciare questa iniziativa” che in pochi giorni ha raggiunto quota 45mila firme.

Per questo la raccolta firme chiede anche le dimissioni di don Pusceddu, che durante il suo discorso ha attaccato anche le unioni civili e gli immigrati. “Noi siamo partiti da una richiesta di dimissioni, ma ora che l’arcivescovo di Cagliari, Arrigo Miglio, ha chiesto scusa per la sua omelia e ha condannato le parole del sacerdote al quale è stato inoltre vietato di predicare e di prendere posizioni pubbliche, non vogliamo assolutamente che don Pusceddu rimanga senza un lavoro”, ha spiegato Matikj. 

“Vogliamo che in Chiesa – ha proseguito la presidente del Comitato – le persone non vengano discriminate e per questo riteniamo che don Pusceddu non debba essere escluso dalla Chiesa, ma magari avvicinato ai profughi o dagli italiani che vivono un disagio economico molto grave. Potrebbe ripartire dalla Caritas, dalle persone per le quali tanti anni fa magari ha deciso di diventare prete”.

Le parole del parroco, però, si aggiungono ai tanti episodi di omofobia che si registrano in Italia, come quello del consigliere ligure della Lega Nord Giovanni De Paoli che aveva dichiarato “se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno”. Parole pericolose soprattutto in un periodo in cui molti giovani sono vittime di discriminazione e di bullismo a causa del loro orientamento sessuale e che rendono ancora più importante approvare il prima possibile la legge contro l’omofobia. E il successo di questa iniziativa e la grande adesione all’appello è “la risposta che il popolo italiano c’è – ha concluso Matikj – ed è a favore di questa legge. Vogliamo che questo impegno venga portato a termine”.


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