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Un progetto di gestione condivisa del patrimonio culturale insistente sul territorio cittadino, con tre siti di particolare rilevanza quali l’ex convento dei Cappuccini, il complesso immobiliare ‘Sa Domu’e Farra’ e quello archeologico e militare di Is Mortorius uniti a formare un polo museale coordinato e omogeneo, con una gestione comune, al fine di creare un’offerta variegata, anche ai fini turistici. È questo il progetto dell’Amministrazione comunale, e in particolare dell’Assessorato alla Cultura, per Quartu, che grazie anche all’approvazione di una delibera di Giunta si appresta a diventare realtà.
L’Amministrazione di Quartu punta insomma sulla gestione comune per valorizzare adeguatamente le grandi risorse culturali insistenti sul territorio cittadino, che includono arte, archeologia, storia e tradizioni. L’obiettivo è creare un sistema di offerta culturale integrata, basata sulla realizzazione di itinerari tematici che possano connettere i beni culturali del Polo agli altri beni presenti sul territorio, compresi quelli naturalistici, e non solo quelli pubblici ma anche di proprietà privata.
La tutela del patrimonio culturale del territorio concorre d’altronde a preservare la memoria della comunità e a promuovere lo sviluppo dell’identità, quindi con riferimento al turismo e a tutte le attività a esso connesse. L’utilizzo virtuoso dei beni culturali può insomma comportare una crescita sostenibile, competitiva e duratura e, pertanto, può e deve essere visto anche come possibilità di sviluppo economico.
Per questo l’Amministrazione ha individuato tre siti di particolare valenza, capaci di creare un progetto omogeneo di valorizzazione condivisa, una rete che diventi sistema, polo museale e culturale, che svolga funzioni differenziate e costanti. I tre siti sono appunto l’ex convento dei Cappuccini, il complesso immobiliare ‘Sa Domu’e Farra’ e quello archeologico e militare di Is Mortorius.
L’ex convento dei Cappuccini ha il lato meridionale chiuso quasi interamente dal muro della Chiesa di S. Agata e confina a nord e ad est con la piazza Matteotti (parte del suo orto). Di pianta rettangolare, ha un chiostro quadriporticato con al centro la tradizionale cisterna. Il portico è per gran parte ritmato da archi a tutto sesto; nel braccio orientale e in quello settentrionale è coperto da un solaio piano che sostituisce da circa cinquant’anni l’antica copertura lignea, mentre quello occidentale ha volta a botte ribassata. Parallelo al tratto settentrionale del portico corre un lungo corridoio voltato a botte. Al primo piano si aprono diversi vani, stanze e corridoi, in qualche caso già attrezzati da vetrofanie, che bene si prestano per ogni uso di tipo museale e culturale.
Il complesso immobiliare Sa Domu’e Farra è costituito da un ampio edificio a corte, il cui fronte più ampio si apre sulla piazza del Municipio, dove spicca il portale a sesto ribassato inquadrato tra due lesene, mentre il fronte sulla via Porcu è caratterizzato da un portale a tutto sesto di disegno classicheggiante, realizzato per l’accesso carrabile. La struttura interna, a un piano, ha tipico impianto ‘a lolla’, presenta numerosi elementi stilistici, costruttivi e di arredo della abitazioni campidanesi. Una volta terminati i lavori saranno a disposizione diversi vani, compresa una sala riunioni, nei quali sarà possibile operare installazioni di tipo museale che dovranno convivere con l’allestimento del museo etnografico.
Il complesso di Is Mortorius che comprende il Nuraghe Diana e l’area delle batterie Faldi ha una superficie di circa 24.000 mq. L’intera area è tutelata con vincolo paesaggistico e con vincolo di conservazione integrale mentre nel piano paesaggistico regionale l’area è classificata come sistema a baie, promontori, falesie e isole minori con presenza del sito di archeologia industriale costituito dalla vecchia tonnara. Il Nuraghe Diana si erge per circa 15 metri dal piano di campagna in posizione dominante sul promontorio granitico. Lo schema planimetrico presenta mastio, due torri minori e vano di disimpegno, collegati tra loro da cortine murarie che ne delineano la forma triangolare. Ben conservato anche il cortile, con funzioni di disimpegno per l’accesso ai diversi ambienti. All’interno del monumento sono presenti accorgimenti architettonici di pregio, quali due poderose nicchie e la finestrella triangolare della tholos. Lungo il perimetro esterno del nuraghe è presente una notevole quantità di materiale litoide, riferibile al villaggio nuragico.
Quartu dispone di un ricchissimo patrimonio culturale immateriale – spiega l’Assessore a Cultura, Tradizioni Popolari, Lingua Sarda e Beni Culturali Lucia Baire -. ma anche una vasta ricchezza materiale di beni, rappresentata tra gli altri da case campidanesi, dalle chiese del circuito romanico, da numerose testimonianze di varie epoche, tra cui quella nuragica, quella romana, quella medievale. Abbiamo pertanto deciso di avviare un progetto per la costituzione di un polo museale e culturale territoriale, con una prospettiva di gestione coordinata aperta anche all’intervento di organismi privati. Siamo infatti assolutamente certi che un’efficace sviluppo della politica culturale passi attraverso una mirata pianificazione organizzativa. Pertanto è opportuno ripensare, migliorare, potenziare le modalità di sostegno delle attività culturali, puntando su una strategia che permetta una forte integrazione tra le componenti del settore culturale” conclude l’esponente della Giunta Delunas.
“Il programma di mandato già delineava l’importanza del nostro patrimonio culturale e la necessità di attuare opportune politiche di sostegno e valorizzazione, nell’ottica della realizzazione di un circuito identitario – aggiunge il Sindaco Stefano Delunas -. Alle straordinarie qualità naturalistiche del nostro territorio vogliamo quindi affiancare un’offerta di valore anche dal punto di vista culturale, per una fruizione collettiva anche ai fini turistici. Per raggiungere l’obiettivo vogliamo lustrare i nostri gioielli, con un lavoro di sinergia che porti alla connessione tra i diversi settori: turismo, comunicazione museale, marketing, educazione scolastica e promozione territoriale. Più turismo vuol dire più lavoro e quindi più occupazione. Quartu ha le potenzialità ed è ora di sfruttarle”.