Quartu, tesoretto contro la crisi: 440mila euro per buoni pasto e aiuti ai commercianti

Emergenza alimentare legata al Coronavirus, il Comune apre il portafoglio: ecco una parte delle risorse anche per gli uffici e le partive Iva in difficoltà


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Quartu Sant’Elena, aiuti importanti e concreti per contrastare l’emergenza alimentare legata alle conseguenze del Covid-19: 440mila euro sono destinati ai buoni pasto e i contributi De Minimis servono per ristorare parzialmente le difficoltà di chi ha esercizi commerciali, uffici, partite Iva. “Abbiamo ripartito le risorse e contiamo di utilizzarle e spenderle in questi giorni – comunica il sindaco Graziano Milia – una parte, circa 440mila euro, è destinata ai buoni pasto, un’altra all’acquisto di generi alimentari”. 
“Stiamo conoscendo un periodo che non abbiamo mai conosciuto e quindi è molto importante che la comunità rimanga coesa, unita – spiega il consigliere di maggioranza Ignazio Tolu – e che veda tutte le istituzioni, compreso il comune, accanto alle necessità. La comunità per noi è fondamentale, le fragilità vanno custodite e aiutate e quindi è giusto che ci sia un provvedimento che riconosca i buoni spesa, l’aiuto economico e l’aiuto alimentare. Stiamo pensando, per quanto mi riguarda, a organizzazioni più fattive con i volontari, considerato che a Quartu ci sono molti centri commerciali”. Per i contributi De Minimis, è già stesa nero su bianco la bozza del bando. Ancora 24 ore però per rileggerla, approfondire e “consultarci con degli esperti sia di diritto amministrativo che comunitario. I contributi De Minimis sono quelli che dovrebbero dare sollievo dalle difficoltà che stanno vivendo le imprese e che non hanno potuto usufruire della riduzione della Tari, che doveva essere deliberata quando non c’era l’amministrazione, cioè il 31 ottobre. È stato un po’ difficoltoso – spiega Milia – perché dobbiamo intrecciare questa nostra disponibilità con norme che non devono portarci a violare le regole sugli aiuti di Stato”. 
“L’idea – prosegue Tolu – era quella di abbattere la Tari proprio perché queste categorie pagano una tassa molto alta”.