Quartu, scontro sui 440mila euro del ministero per aiutare gli stranieri: “Inutile se è un’accoglienza di facciata”

Soldi del ministero dell’Interno per minorenni e chi chiede protezione internazionale, sicuri sino al 2025, che portano a un mare di polemiche. Christian Stevelli: “Sono contrario a dare sussidi, vitto e alloggio senza che imparino la nostra lingua e un mestiere: il Comune aiuti le tante famiglie in difficoltà”. La dirigente delle Politiche sociali: “Non togliamo nulla ai cittadini quartesi, sono tutti fondi del ministero vincolati, per accogliere e integrare”


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Ci sono 440mila euro per aiutare ventotto stranieri sino al 2025. Il Comune di Quartu ha certificato l’impegno con tanto di determina ufficiale, pubblicata lo scorso tre novembre: fondi del ministero per dare una mano a chi richiede protezione internazionale e anche per stranieri minorenni, con tanto di nuova gara d’appalto per trovare, dopo la Caritas, chi dovrà occuparsi di gestire il servizio. Una scelta che ha portato a un duro attacco da parte della minoranza. Christian Stevelli, consigliere del Psd’Az, ha scritto un lungo post, molto polemico: “Il Comune ha scelto di accogliere 28 migranti, attingendo dalle casse comunali, e di sostenere le spese di assistenza, da integrare a quelle nazionali già esistenti, per provvedere al loro mantenimento. Iniziativa certamente lodevole ma che non chiarisce alcuni dubbi di fondo. Intanto, non è dato conoscere le modalità di assistenza. Non vorremmo, infatti, che sia l’ennesima iniziativa da grande richiamo mediatico che però celi un sistema di accoglienza di facciata, privo di qualsiasi opportunità di riscatto sociale e di crescita. Sono fermamente contrario a qualsiasi accoglienza che, come nel passato più o meno recente, sia finalizzata a distribuire sussidi, vitto e alloggio, senza che i beneficiari stessi siano messi nelle condizioni di poter imparare la nostra lingua, un mestiere o partecipare a lavori socialmente utili per tutta la nostra comunità. Senza che vi sia una formazione che li inserisca attivamente nel nostro tessuto sociale ed economico, o che gli dia un bagaglio di conoscenza utile per contribuire alla crescita dei loro territori ed aiutare il loro popolo nella loro patria. Ci tengo ad evidenziare che a questo assistenzialismo risponde, infatti, una politica fautrice di un sistema d’accoglienza distorto che crea diseguaglianze, povertà e intolleranze, sostenitrice (indiretta?) di un traffico di essere umani che crea ricchezza a portatori di capitali senza morale, valori e principi, i quali disseminano terrore e miseria nelle terre più povere di questo mondo”, scrive il consigliere sardista e candidato a sindaco nella corsa alla poltrona principale di via Eligio Porcu due anni fa.
“E allora mi chiedo, alla luce di questa vicenda e sulla base di queste condizioni, quale aspettativa di vita migliore ci possa essere per queste persone nella nostra terra. Quartu oggi ha deciso di percorrere questa strada, una strada a vicolo cieco e ha deciso di farlo anche con le risorse di tutti noi. Una strada che non garantisce a queste persone nessuna possibilità di riscatto sociale ed economico, nessuna politica di sviluppo, di integrazione e di vera inclusione. L’accoglienza che auspico è fatta di programmi lungimiranti che diano un vero aiuto a tutti coloro che necessitano di assistenza umanitaria, insegnando loro nuovi mestieri da svolgere anche nella loro terra, per aiutarli ad uscire dal tunnel della fame, della precarietà e dell’assistenzialismo strisciante. La realtà ci ha insegnato che senza nessun valido tipo di supporto e di rete, questi migranti allo sbando rischiano di essere reclutati dalle organizzazioni criminali o di sopravvivere di piccoli reati in un degenerante quadro di delinquenza, rassegnazione e pericoli per l’intera comunità. Mi auspico che queste risorse vengano investite con finalità degne di una accoglienza che inserisca e formi i migranti. Altrimenti non possiamo permettere che divengano un ulteriore motivo di sperpero di finanze pubbliche in quadro desolante come quello attuale, in cui vi sono ormai 110 mila i nuclei familiari che vivono sotto la soglia della povertà. Allo stesso tempo, chiedo al Comune di Quartu di venire incontro alle tante famiglie in difficoltà anziché avere un atteggiamento aggressivo e intimidatorio, trattando alla stregua dei morosi lavoratori che stentano ad arrivare a fine mese”. Alle parole di fuoco di Stevelli replica Lorena Cordeddu, la dirigente del settore delle Politiche sociali a Quartu: “Non stiamo impegnando fondi comunali e non stiamo togliendo nulla ai cittadini quartesi. Si tratta del progetto di accoglienza e integrazione Sai, afferente ai finanziamenti del Fondo Nazionale per le politiche e i servizi d’asilo, del ministero dell’Interno. Un progetto attivo già dal 2014, prorogato e rifinanziato dal Ministero, che eroga questi fondi a destinazione vincolata. Il Comune di Quartu è stato ammesso al finanziamento di 441mila euro per il triennio 2023-2025, senza alcun onere diretto”.


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